Categorie: Politica scolastica

Linee guida, per Bonanni la discussione non può essere fatta di tweet

Cresce, giorno dopo giorno, l’atteggiamento critico dei sindacati nei confronti delle linee guida del Governo. Il 18 settembre ad uscire allo scoperto è stato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, a margine della presentazione dell’iniziativa sindacale “Noi e la buona scuola”.

“La discussione su un tema delicato come la scuola – ha detto senza giri di parole – non può servire solo per le campagne elettorali e non può esaurirsi con un rapporto on line, sarebbe mistificatorio”. “Gli insegnanti – ha aggiunto – vanno rivalutati. Come si può conciliare il loro ruolo con il fatto che siano i meno pagati d’Europa, con il blocco dei contratti e con gli scatti di anzianità? Noi vogliamo una discussione seria, non fatta di tweet, per rimettere in sesto la scuola.”

I sindacati pensano, inoltre, di unirsi nella protesta. Nei prossimi giorni il segretario generale della Cisl incontrerà quello della Cgil, Susanna Camusso per “discutere il da farsi”, ha annunciato lo stesso Bonanni. “Spero che il Jobs Act assorba tutte le truffe offerte ai giovani e abolisca tutte le false partite Iva”, ha detto. “La questione vera per il Paese è rimettere al centro l’economia e il lavoro”.

Nel corso dell’iniziativa romana, a cui ha partecipato anche Francesco Scrima, segretario generale del settore Scuola, la Cisl realizzato un fascicolo con una prima lettura commentata del documento governativo, aprendo poi alcune piste di approfondimento sui temi caldi delle proposte riguardanti le assunzioni e le carriere del personale. Temi sui quali Cisl e Cisl Scuola sono impegnate ad ulteriori approfondimenti e chiedono un confronto aperto e serio. Raffaele Bonanni ha messo in evidenza la contraddizione in cui il governo rischia di cadere se all’ambizione delle proposte e alla suggestione degli annunci di voler valorizzare il lavoro nella scuola fa seguire il rinnovato blocco del contratto. Per la Cisl la contrattazione è fattore importante di riqualificazione del servizio, anche attraverso scelte condivise di produttività e buon uso delle risorse.

Non sono poche invece le invasioni di campo in materia contrattuale che il documento del governo contiene. Scrima è entrato più diffusamente nel merito; sulle carriere, puntando il dito contro un’impostazione “ideologica” che contrappone in modo forzoso anzianità e merito dividendo assurdamente la categoria fra due terzi di competenti e un terzo di presunti “incompetenti”. “Si faccia come in tutta Europa – propone Scrima – dove anzianità e merito vengono entrambe considerate”. Sulle assunzioni, “mentre si prende atto con favore della disponibilità a irrobustire gli organici e stabilizzare il lavoro, si chiede però che “la casa si costruisca a partire dalle fondamenta e non dal tetto: le graduatorie a esaurimento – ricorda Scrima – sono la conseguenza e non la causa del precariato. Il loro svuotamento è un obiettivo da condividere, ma da realizzare in tempi e modi che non generino fattori di stress al sistema (diventando il criterio su cui si costruisce l’offerta formativa) e agli stessi lavoratori precari, per molti dei quali si chiederebbe di scegliere “tra minestra e finestra”. E non va dimenticato che esiste un’area di servizi amministrativi e ausiliari (ATA) di cui la proposta del governo dice poco o nulla, riservando al tema vaghi – e in qualche modo preoccupanti – accenni”. 

Alessandro Giuliani

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