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Linee guida per la riapertura a settembre, a Trento funziona così

È stato pubblicato il 23 luglio scorso il Piano operativo della Provincia autonoma di Trento per la riapertura delle scuole a settembre, quando torneranno sui banchi 70.000 studenti della scuola primaria e secondaria, della formazione professionale, e 14.000 bambini della scuola dell’infanzia.

Riapertura scuola: ecco come sarà a Trento

La Delibera del 22/7/2020 stabilisce le Linee guida per far fronte ai quattro scenari ipotizzabili circa l’evoluzione della pandemia (contagio zero, basso grado di contagio o situazione di attenzione, medio grado di contagio con ritorno del virus, alto grado di contagio con conseguente lockdown).

In allegato alle Linee guida, il corposo Protocollo con le misure di salute e sicurezza recepisce e integra le misure prese a livello nazionale.

Il prossimo anno scolastico 2020-21 vedrà necessariamente una situazione molto articolata e diversificata di espletamento del servizio scolastico. Da un lato, la Provincia autonoma di Trento deve attenersi alle indicazioni vincolanti del quadro regolativo nazionale, dall’altro riconosce ampi spazi organizzativi alle singole scuole.

Per quanto riguarda il profilo logistico, la situazione di verifica sembra essere a buon punto, ma ogni scuola dovrà tenere conto anche di altri fattori, quali il trasporto pubblico degli studenti, e organizzarsi in modo da corrispondere alle prescrizioni sanitarie.

Per quanto riguarda il tempo scuola e l’attività didattica, le Linee guida stabiliscono che l’orario giornaliero, settimanale e annuale delle lezioni dovrà essere sostanzialmente confermato, tenendo conto di tutti i vincoli sanitari e con la necessaria attenzione alle situazioni di disagio e di bisogno speciale degli alunni. Con la ripresa delle attività, l’obiettivo prioritario è quello di non lasciare indietro nessuno, imparando dagli errori commessi e dalle criticità emerse, superando gli ostacoli che hanno impedito l’accesso a scuola a tutti.

La didattica digitale integrale

Un paragrafo riguarda la “didattica digitale integrata”. Superata la fase emergenziale, appare necessaria una riflessione sull’approccio efficace della didattica online in termini di relazione, tempi e attività. La didattica online non può replicare a distanza le attività in presenza, ma ha rappresentato sicuramente un’opportunità per accelerare l’innovazione e stimolare nuove modalità di insegnamento/apprendimento.

Sono necessari tempi e strumenti diversi che coinvolgano gli studenti in modo interattivo. Si tratta di ripensare la scuola in una prospettiva nuova, con una progettazione strutturata che includa le risorse tecnologiche negli ambienti di apprendimento. “Non si dovrebbe relegare la didattica on line ad una modalità di insegnamento collegata esclusivamente all’emergenza. L’esperienza, faticosamente acquisita, non va annullata, ma anzi recuperata e valorizzata per riorganizzare un ambiente digitalmente aumentato che possa favorire nuove opportunità relazionali e comunicative nonché la personalizzazione degli apprendimenti”. Insomma si punta all’integrazione di strumenti e risorse online e in presenza, per sviluppare un ambiente collaborativo, flessibile e personalizzabile, anche attraverso la realizzazione di laboratori reali e virtuali.

Tra i punti chiave è indicata l’alleanza con il territorio, in modo da usufruire in maniera efficace di tutte le risorse disponibili attraverso “patti educativi” con le istituzioni, i comuni, la agenzie culturali, educative, artistiche, ricreative, sportive, con le parti produttive e sociali del territorio, il volontariato.

Piano straordinario di formazione

Particolare attenzione è dedicata alla comunità professionale e allo sviluppo professionale. Per i docenti è previsto un  “Piano straordinario di formazione”, già approvato il 5 giugno scorso, e affidato, per la sua attuazione, all’IPRASE, l’Istituto provinciale trentino per la ricerca e la sperimentazione educativa. L’obiettivo è di rispondere alle urgenze dettate dall’emergenza sanitaria, ma anche di incidere sulle competenze dei docenti nella delicata fase della riapertura delle scuole.

Infine, le risorse straordinarie per fronteggiare l’emergenza. Come leggiamo nel comunicato stampa che presenta le Linee guida provinciali “sono 45 milioni le risorse straordinarie messe in campo per fronteggiare l’emergenza. Di questi 33 milioni di euro sono destinati ai docenti, 5 milioni al personale Ata, 4 milioni per i bisogni educativi speciali, 3 milioni per arredi e attrezzature. Per quanto riguarda l’edilizia scolastica è prevista un’integrazione ai budget comunali per coprire gli investimenti straordinari necessari per mettere in sicurezza le strutture”.

 

IL DOCUMENTO (CLICCA QUI)

Anna Maria Bellesia

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