Il Ministero dell’istruzione ha diramato le linee guida per la riapertura delle scuole: non ha riconosciuto l’origine dello stallo che ammorba l’istituzione, anzi, ha intensificato la nebulosità che avvolge il servizio scolastico e ha rinforzato la miopia della dirigenza delle scuole.
In questo scritto si evidenzierà il contrasto tra il procedere secundum legem e la proposta ministeriale: l’autonomia delle istituzioni scolastiche, la formazione dei docenti e le valenze didattiche delle nuove tecnologie dell’informazione forniranno l’ambito per ragionare.
La legge afferma che l’autonomia “si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione”.
Ne discende che le scuole devono elaborare e perseguire obiettivi formativi per favorire l’ingresso dei giovani nei diversi contesti; devono elaborare e perseguire obiettivi educativi, per “tirare fuori” e potenziare le capacità degli studenti; devono ottimizzare l’istruzione facendo convergere gli insegnamenti verso i traguardi di sistema.
Le indicazioni ministeriali, invece, riguardano le forme di flessibilità: si limitano a trattare l’aspetto operativo, sconnettendolo dal terreno generativo dell’autonomia.
La legge definisce la scuola “sistema”: tutte le sue componenti devono cooperare, interagendo, per conseguire la finalità istituzionale.
La professionalità del docente è strettamente legata al lavoro d’équipe: collaborazione, disegno di strategie, assunzione di punti di vista differenti .. sono alcune delle sue prerogative.
Le indicazioni ministeriali, invece, trattano di didattica: la visione sistemica è assente e la parcellizzazione degli insegnamenti è questione irrisolta, non percepita?
L’informatica studia la realtà e la modella; dopo tratta il rapporto con la strumentazione.
Il primo momento ha natura culturale, speculativa, metodologica; il secondo è operativo/ addestrativo.
Le indicazioni ministeriali trascurano il rapporto uomo/problema.
Enrico Maranzana
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