Ancora polemiche in merito all’integrazione degli alunni stranieri in Italia. Dopo il caso Pioltello ci troviamo in un’altra scuola del milanese, ad Abbiategrasso, un istituto superiore. Qui sono stati organizzati, come riportano Il Giorno e MilanoToday, dei corsi di lingua e cultura araba.
A tenere le lezioni, volontarie e fuori orario scolastico, dovrebbero essere le stesse studentesse arabe della scuola, come tra l’altro pare sia già successo negli anni scorsi. Al centro degli incontri la lingua e l’uso del velo. Tanto è bastato per innescare la polemica politica: “La scuola italiana non può e non deve diventare il luogo dove si fa proselitismo verso l’Islam e dove si trasmettono usi e costumi in contrasto con i valori fondanti della nostra società occidentale, come la libertà e i diritti. Desta forte preoccupazione un nuovo tentativo di promuovere la cultura islamica in una scuola di Abbiategrasso, dove è stato istituito un corso avanzato di arabo, autogestito da studenti arabofoni, e un laboratorio per imparare a indossare l’hijab, simbolo religioso di sottomissione femminile”, ha tuonato l’eurodeputata lombarda Isabella Tovaglieri, membro della commissione diritti della donna e parità di genere del Parlamento europeo.
“Gli studenti italiani sono quindi invogliati a imparare la lingua degli immigrati e non il contrario: ormai siamo al paradosso. Ma siccome al peggio non c’è mai limite ecco che ci sarà anche un laboratorio di hijab in cui verrà insegnato alle ragazze come portare il velo. La sottomissione totale si avvicina, nel silenzio complice della sinistra. Il velo islamico, simbolo di oppressione, viene addirittura elevato a modello tra i banchi di scuola: dove vogliamo finire?”, il commento dell’eurodeputata del Carroccio, Silvia Sardone. “Dopo le chiusure per Ramadan, l’imposizione della carne halal nelle mense scolastiche e il divieto di merenda per non urtare i musulmani che digiunano, ecco un altro passetto in avanti nell’ottica dell’islamizzazione crescente del nostro continente. Nelle scuole si sta diffondendo sempre di più questa strategia della finta inclusione che in realtà sembra integrazione al contrario. Una vergogna a cui va posta la parola fine”.
Critico anche Christian Garavaglia, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione: “Non è così che si fa inclusione e soprattutto, non è la via da percorrere per una didattica inclusiva. A nostro parere è solo una vera e propria forzatura che nulla ha a che vedere con una reale multiculturalità”.
Sorpresi sono soprattutto i docenti e gli studenti della scuola anche perché questo non è affatto il primo corso di lingua e cultura araba che viene proposto. In queste settimane si sta concludendo il terzo corso, dopo quelli già svolti nel 2022 e 2023.
“Queste polemiche mi fanno solo tenerezza – commenta la docente di lingue straniere che ha proposto questo corso – Mi interesso di intercultura da anni. Assieme a un collega abbiamo pensato di proporre al collegio docenti quello che avevo visto fare anni fa in un altro istituto. In pratica sono le studentesse di madrelingua araba, che frequentano la nostra scuola, soprattutto egiziane e marocchine, che svolgono queste lezioni ai loro coetanei italiani. Di pomeriggio, in maniera volontaria, come per tutti gli altri nostri progetti. Il primo anno su 1300 studenti sono stati 80 i ragazzi di lingua italiana che hanno partecipato. Il corso ha come obiettivo principale non soltanto l’ampliamento delle conoscenze linguistiche, storiche e culturali, ma per l’appunto si propone anche di essere un vero e proprio laboratorio di intercultura. Difatti al termine abbiamo sempre organizzato dei momenti conviviali, con lo scambio di esperienze reciproche, molto graditi. So che altre scuole della città sono interessate a proporre lo stesso modulo nei loro istituti. Difatti anche docenti di altre scuole hanno partecipato al corso”, aggiunge.
Come abbiamo scritto, nel corso della seduta del Consiglio dei Ministri del 9 aprile sarebbe stata discussa la questione delle chiusure delle scuole per feste religiose come il Ramadan. “Secondo quanto si apprende da più fonti – si legge in una nota dell’Ansa – il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara avrebbe illustrato il tema ai colleghi spiegando di essere al lavoro su una soluzione”.
“Una delle ipotesi allo studio – aggiunge l’Ansa – sarebbe quella di una norma per evitare che le scuole autorizzino assenze legate a feste religiose se non in presenza di accordi tra Stato e confessioni religiose”.
Una seconda nota, sempre dell’Ansa, riporta che “il ministero è al lavoro per una norma di buonsenso che regolamenti una situazione che rischia di creare conflittualità e caos”. Per il momento non è affatto chiaro come potrebbe essere congegnata la norma che dovrà comunque risultare non “invasiva” delle prerogative regionali.
“Il provvedimento è in dirittura d’arrivo. Non sarà più possibile chiudere una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato”, così il ministro Valditara Varese per la festa della Lega il 14 aprile, come riporta Ansa.
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