Le attività di listening sono la nota dolente riportata spesso dai docenti di inglese di tutti i cicli di istruzione. Fattori di natura linguistica, formativa e motivazionale contribuiscono a rendere l’ascolto un’esperienza poco appagante per intere classi, docenti e istituti. L’apprendimento dell’inglese necessita di metodi e strumenti in grado di mettere a fuoco le differenze fonetiche con l’italiano e stimolare l’orecchio di ragazze e ragazzi. Un approccio innovativo per incidere positivamente sul livello di preparazione finale degli studenti e sul raggiungimento degli standard qualitativi da parte delle scuole, che trovano riscontro quantitativo nei punteggi dei test INVALSI.
La diversa fonologia delle due lingue è la più macroscopica difficoltà affrontata dagli studenti che si avvicinano alla lingua di Shakespeare. A differenza dell’italiano, l’inglese non è una lingua fonetica: non si pronuncia come si scrive, perciò viene meno quell’aderenza fra scritto e parlato che semplificherebbe l’apprendimento dei suoni. A titolo d’esempio è sufficiente ricordare che a fronte di 5 grafemi vocalici condivisi da entrambe le lingue – a, e, i, o, u – corrispondono 7 diversi fonemi/suoni in italiano e addirittura 20 in inglese. I parlanti italiani, in pratica, non hanno dimestichezza quotidiana con suoni naturalissimi per la loro controparte britannica o statunitense (per non parlare degli altri inglesi parlati nel mondo). Un ostacolo alla comprensione praticamente insormontabile quando l’ascolto non è opportunamente allenato.
Con differenze da colmare così marcate sul piano strettamente fonologico appare chiaro come l’ascolto assuma un ruolo centrale nell’apprendimento dell’inglese. Nell’organizzazione della didattica frontale sarebbe perciò auspicabile dedicare una buona quantità di ore alle attività di listening. Opportunità che si scontra con i limiti orari previsti dai piani di studi per l’insegnamento delle lingue straniere, con l’effettiva disponibilità di docenti madrelingua e, non ultimo, con i supporti didattici usati per condurre le attività. Concentriamoci in particolare su quest’ultimo aspetto.
Tradizionalmente i libri di testo offrono attività di ascolto che seguono la stessa scansione per unità tematiche. Ne consegue la produzione ad hoc di frammenti audio ineccepibili sul piano formale, dal suono limpido e dalla pronuncia impeccabile, ma poco aderenti alla realtà, dove invece il parlato è sporcato da rumori di fondo, interiezioni, accenti, caratteristiche soggettive dei parlanti. Un allenamento blando che perde subito efficacia di fronte ad ascolti più impegnativi semplicemente perché non artefatti. Il confronto fra ascolti facili e immersione ostica in situazioni reali demotiva gli studenti più volenterosi, che possono sottostimare l’efficacia dell’ascolto e quindi la loro stessa utilità, prestando ancora meno attenzione.
Gli ascolti preconfezionati inoltre espongono le classi a contenuti che non considerano le differenze di preparazione fra i singoli studenti. Presumono cioè un livello di allenamento standardizzato all’ascolto che nel medio-lungo periodo può penalizzare chi ha maggiore bisogno di recuperare le basi. Un’impostazione che porta gli studenti a soffrire l’ansia da competizione e a sedimentare conoscenze approssimative – che col passare del tempo sarà difficile correggere, limare e ottimizzare – pur di recuperare terreno.
Uno strumento di supporto deve dunque sopperire alle insidie più pericolose di un piano di studi che giocoforza comprime in poche ore settimanali l’apprendimento della lingua inglese: il tempo ridotto e la personalizzazione dei supporti.
Voicebooks offre una soluzione valida con uno strumento d’ascolto interattivo, che trasforma lo studente da fruitore passivo di un supporto didattico a protagonista attivo del proprio apprendimento linguistico. Da Play, Listen and Repeat, formula d’apertura di ogni attività di ascolto a cui siamo tradizionalmente abituati, si passa al paradigma del Listen, Play and Repeat laddove lo studente può letteralmente giocare con il supporto audio in maniera divertente, coinvolgente e appagante:
Sviluppato in cloud, Voicebooks è fruibile da browser in qualunque situazione, senza ancorarlo necessariamente al contesto classe. L’attività di ascolto interattivo può essere progettata come supporto ausiliario alle lezioni frontali e somministrata ai singoli studenti, alleggerendoli dall’ansia da competizione e dall’obbligo di svolgere un’esercitazione in un luogo e in un tempo ristretto. I docenti che ne fanno uso, inoltre, hanno un ampio livello di personalizzazione. Possono attingere alla banca dati di chunks, dialoghi e brani, per costruire percorsi su misura per ogni tipologia di studente, sia rispetto al livello di competenza linguistica maturato, sia nel rispetto di eventuali disturbi dell’apprendimento come BES e DSA.
Flessibilità, personalizzazione e interattività fanno dunque di Voicebooks un valido e completo supporto all’insegnamento dell’inglese. È possibile provare gratuitamente l’applicazione con una semplice iscrizione al servizio, disponibile al link https://www.voicebook.cloud/
Al termine delle due settimane di prova è possibile acquistare l’applicazione con Carta del Docente o, per gli istituti, attraverso il Mercato elettronico della pubblica amministrazione (MEPA).
pubbliredazionale
È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…
Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…
Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…
Una docente precaria con un contratto a tempo determinato da parte del dirigente scolastico fino…
Finita la scuola, a giugno, molte famiglie potrebbero essere in diffcoltà perchè non avranno la…
La grammatica valenziale insegna a comprendere la struttura della frase ragionando sui legami tra parole,…