I lettori ci scrivono

Lingua inglese negli istituti professionali e tecnici: l’assurdità di sottovalutarla

Sono una docente di inglese. Insegno in un istituto alberghiero. A causa della recente riforma dei professionali le ore di inglese, al triennio, sono state ridotte da tre a due. Le quarte e le quinte non sono state toccate perché non rientranti nel provvedimento; quanto alle terze, quest’anno ne avevo diverse e, a quasi chiusura dell’anno scolastico, non posso che dire che il lavoro è stato faticoso e i risultati magri.

Qualche anno fa sono state introdotte le Prove Invalsi di Inglese al quinto anno, test dal livello B1 al livello B2+, prove faticosissime per studenti di professionali e tecnici soprattutto, poiché i programmi di tali indirizzi prevedono lo studio di molta lingua settoriale; ora si passa all’assurdità di avere pretese nei confronti degli studenti riducendo le ore di lezione di inglese!

Ben al di là di questo, la cosa più sorprendente è la sottovalutazione di una materia così importante e la sottovalutazione del fatto che una lingua straniera ha bisogno, per essere appresa e praticata, di un esercizio continuo. In tutto questo, se nulla è cambiato (non sono al corrente di tutto), aggiungo che bisognerebbe differenziare le Prove Invalsi a seconda dei tipi di scuole: non si possono proporre prove uniche di italiano, matematica e inglese come se lo standard di insegnamento fosse lo stesso per licei e per scuole che prevedono corsi più semplificati e pratici.

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