È molto difficile trovare un cittadino italiano che nega l’importanza di conoscere e parlare bene la lingua inglese, soprattutto quando si proietta la sua utilità in ambito lavorativo: a confermarlo sono i risultati di una ricerca commissionata da Pearson, editore nel settore education, a Bps Insight, da cui deriva che il 91% degli italiani si dichiara consapevole che l’inglese gioca un ruolo determinante per la propria vita lavorativa. In pratica, la conoscenza della lingua è considerata un vero e proprio fattore di empowerment, soprattutto per le donne per cui la lingua d’Oltremanica diventa un’importante leva per superare determinati gap.
Sul piano pratico, però, sono pochi a dare seguito tale certezza: il 64% degli intervistati ha dichiarato, infatti, di avere imparato l’inglese esclusivamente a scuola, con un percorso medio durato 6,6 anni.
Sempre in Italia, il 23% che ha imparato l’inglese sia a scuola sia all’università. Poco più della metà degli italiani (55%) afferma di aver raggiunto un buon livello di inglese attraverso l’istruzione formale contro il 45% globale.
Nella nostra Penisola, come in altri mercati, l’ostacolo più significativo all’apprendimento dell’inglese è la mancanza di tempo (39%), seguita dal divario tra istruzione formale e requisiti sul posto di lavoro (34%) e limitate opportunità di praticare (32%). Non è un caso che la classificazione di “inglese scolastico” corrisponda a una conoscenza della lingua di livello minimo.
La ricerca – condotta, oltre che in Italia, in Arabia Saudita, Florida, Giappone e Brasile – serviva a “sondare” l’impatto della conoscenza della lingua inglese come carburante per una vita migliore a 360 gradi.
Ebbene, in tutti i Paesi oggetto dell’indagine, tranne il Giappone che appare ancora linguisticamente chiuso, questa rilevanza è pienamente riconosciuta da oltre l’85% degli intervistati e lo sarà ancora di più nei prossimi cinque anni.
Oltre l’80% degli intervistati ritiene che la conoscenza dell’inglese sia una condizione fondamentale per avere vantaggi a livello economico in campo lavorativo, tanto che il 40% ritiene che una buona conoscenza della lingua inglese possa portare a un aumento salariale del 50-80%. Tale convinzione è fortissima in Arabia Saudita e Florida (cirda il 98%).
L’Italia si posiziona a metà: stando al campione di persone sollecitate, in Italia il 91% ritiene che conoscere l’inglese sia importante per la propria vita lavorativa. I motivi principali che muovono l’apprendimento dell’inglese sono l’accesso a una gamma di posizioni professionali più ampia (44%) e l’opportunità di retribuzioni migliori (42%).
Certo, rispetto agli altri Paese, l’Italia si distingue per essere l’unico che riconosce a questa competenza il ruolo di fattore chiave nel momento in cui l’intelligenza artificiale dovesse portare alla ricerca di un’alternativa professionale.
Secondo la ricerca di Pearson, il lavoro è on top come stimolo per apprendere la lingua inglese. Il suo uso quotidiano tra gli italiani è molto più comune di quanto si pensi (36%) e lo è ancora di più tra coloro che hanno competenze avanzate, dove il 70% lo usa quotidianamente.
La maggior parte degli studenti italiani (58%) afferma inoltre che troverebbe lavoro più facilmente se conoscesse meglio questa lingua.
Secondo Letizia Cinganotto, PhD Università per Stranieri di Perugia, “la vera rivoluzione avviene quando nella percezione degli studenti e delle studentesse la lingua inglese da disciplina di studio si trasforma in uno strumento per comunicare, viaggiare, lavorare e vivere. L’idea del ruolo cruciale della lingua inglese nella propria sfera personale e professionale è molto forte nelle ragazze, come testimonia il dato Istat in base al quale l’86% degli studenti universitari di lingua è donna”.
Al di là del lavoro, il principale agente motivatore per l’apprendimento dell’inglese per gli italiani è la voglia di viaggiare di più (69%), poiché è considerato imprescindibile anche nei contesti sociali e culturali: la lingua inglese, infatti, determina un migliore accesso alla socialità, all’istruzione, alla moda, all’arte e, più in generale, all’intrattenimento.
Secondo Steven Sprague, president of The british chamber of commerce for Italy, “ciò che una volta fu un’esigenza, oggi è un’opportunità: l’inglese non è solo la lingua degli affari, ma il ponte che collega culture e mercati globali. In un mondo sempre più interconnesso, padroneggiare l’inglese non è solo un vantaggio competitivo, ma una necessità per il successo nel commercio internazionale”.
Gio Giovannelli, presidente di Pearson, English language learning, ritiene che “questa nuova ricerca dimostra l’importanza dell’inglese nell’aiutare le persone a condurre una vita più appagante sia dentro che fuori dal posto di lavoro”.
“Eppure, molte persone lottano ancora con una mancanza di fiducia nella propria conoscenza dell’inglese, che ha un impatto sulla loro capacità di svolgere le attività quotidiane al lavoro, di interagire con gli altri e persino di interagire semplicemente con il mondo che li circonda o sui social media“.