Da pochi giorni la LIS è ufficialmente una lingua, il 19 maggio scorso, infatti la Camera dei deputati ha concluso positivamente l’iter di conversione in legge del cosiddetto “Decreto sostegni” al cui interno era prevista una norma che riconosce la Lingua Italiana dei Segni, Misure per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e l’inclusione delle persone con disabilità uditiva. Si tratta senza dubbio di un momento storico per la comunità sorda italiana, che da tempo attendeva questo riconoscimento. L’articolo 34-ter del decreto, infatti, riconosce, promuove e tutela la lingua dei segni italiana (Lis) e la lingua dei segni italiana tattile (List).
L’Italia era fino a pochi giorni fa l’unico paese europeo a non aver riconosciuto ufficialmente la propria Lingua dei Segni, ritardo che da anni in molti hanno cercato di eliminare, in particolare l’Ente Nazionale Sordi, che ha condotto battaglie, campagne informative, ha proposto petizioni e di recente ha fatto notare come nell’ultimo anno a causa della pandemia, le discriminazioni sono ulteriormente aumentate. Già dal 2009 era stata ratificata dal Governo la Convenzione dell’Onu sui diritti delle persone con disabilità, ma fino ad ora, senza il riconoscimento ufficiale appena avvenuto, l’Italia era inadempiente nel rispetto della Convenzione. Si tratta di una conquista, come ha detto il presidente dell’Ens Petrucci, non solo per le persone sorde, ma per tutta Italia, poiché questo garantisce l’accessibilità, la libertà di scelta linguistico-comunicativa delle persone sorde e rappresenta il primo passo per garantire, finalmente, tutti i loro diritti di cittadinanza.
Nel provvedimento vengono riconosciute le figure dell’interprete Lis e dell’interprete List (lingua dei segni tattile) quali professionisti specializzati nella traduzione e interpretazione, che dovranno però attendere un ulteriore decreto che definirà i percorsi formativi per l’accesso alle professioni e le orme transitorie per chi già esercita. Nel testo si legge anche che per favorire l’accessibilità dei propri servizi, le pubbliche amministrazioni promuovono la diffusione dei servizi di interpretariato in Lis e in List, la sottotitolazione e ogni altra modalità idonea a favorire la comprensione della lingua verbale nonché iniziative di formazione del personale.
Si dovrà però attendere un ulteriore decreto che definirà i percorsi formativi per l’accesso alle professioni e le orme transitorie per chi già esercita. Vanno anche attesi ulteriori chiarimenti sulla formazione degli interpreti LIS, affinché sia a livello accademico, così come previsto dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 23 novembre 2016, che stabilisce anche la creazione di un registro come sistema di accreditamento ufficiale e di controllo della qualità. Inoltre, si attende e si auspica, da parte dell’ENS che vengano inseriti lettori sordi all’interno delle Università.
Il recentissimo provvedimento riporta all’attenzione di molti i problemi che i non udenti e le loro famiglie devono affrontare, e forse non a tutti è noto che qual sia l’iter per l’accesso a scuola di alunni sordi. Esistono le scuole bilingue, pochissime, oppure la famiglia può richiedere in base alla Legge 104/92 l’assistente alla comunicazione, figura professionale specializzata in LIS, che affiancherà quello di sostegno. Nelle scuole bilingue invece le attività didattiche vengono svolte in entrambe le lingue, con l’obiettivo di far acquisire la LIS agli udenti come seconda lingua e come lingua naturale ai non udenti.
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