Come insegnare ad apprendere una lingua straniera? La questione delle questioni per qualsiasi insegnante di una lingua seconda.
Per rispondere a una domanda tanto complessa occorre iniziare dalla base: qual è la difficoltà maggiore che incontrano gli alunni nel proprio percorso di apprendimento?
L’atto docente, lo sappiamo, riguarda prima di tutto la capacità di rispondere alle specificità dei problemi emergenti in seno alla didassi, rispetto ai quali il compito dell’insegnante è quello di adattare ai modelli generali attitudini innovative, inventive, creative, strategiche, altamente flessibili. L’insegnamento, insomma, parte dal basso, dalle criticità, per evolversi come una sorta di problem solving guidato sì dalla teoria ma con la consapevolezza che la stessa teoria nasce dalle buone pratiche e dunque non è qualcosa di dogmatico e immutabile ma di flessibile, strettamente legato alle situazioni di apprendimento e ai discenti.
E torniamo quindi alla questione delle questioni. Lingua straniera: come insegnare ad apprenderla?
Molti insegnanti di lingua straniera segnalano l’estrema difficoltà dei ragazzi nel parlato, la scarsa fluency, l’interrompersi continuamente, a fronte di un costante ricorso all’espressione come si dice questo? come si dice quello? Carenza che si manifesta come povero bagaglio lessicale e al contempo come deficitaria padronanza delle strutture grammaticali.
Che fare dunque? Il segreto, sostengono i teorici del cosiddetto Lexical Approach, sta nel trattare lessico e strutture grammaticali come un unico blocco, un complesso multilessicale da memorizzare come comunemente si chiede di fare con le parole singole. In breve, apprendere una lingua non significa soltanto memorizzare dei termini e comprendere il funzionamento degli schemi linguistici, ma lavorare sui due fronti come fossero un fronte unico. Non lessico e grammatica, ma lessico più grammatica. Insieme. A vantaggio del parlato e della sicurezza espressiva, che significa miglioramento della fluency.
Dunque, lingua straniera: come insegnare ad apprenderla? Mediante adeguate strategie didattiche volte a indurre nel ragazzo la memorizzazione e l’acquisizione dei chunks (pezzi) definiti significativi, lavorando contestualmente sul fronte del dizionario e su quello grammaticale. In altri termini, le parole, in quest’ottica, non vanno trattate come entità separate da apprendere decontestualizzate, ma come unità lessicali (chunks, appunto) che si combinano secondo i criteri di coesione e coerenza dell’enunciato. Tutto a beneficio dei processi di memorizzazione.
Per una maggiore comprensione del Lexical Approach consigliamo il corso della nostra formatrice Donata Cucchiara, in programma dal 4 al 14 settembre, in tre appuntamenti da due ore ciascuno, dalle ore 16 alle 18.
Per saperne di più, dai un’occhiata al link:
Secondo il radar Swg, che ha studiato gli esiti delle ultime elezioni regionali, scomponendo le percentuali…
Intervista alla segretaria generale della Flc-Cgil, Gianna Fracassi, a margine di un presidio organizzato il…
Nei giorni scorsi, in una intervista rilasciata a La Stampa, il ministro della Cultura Alessandro…
Con questa mozione, il Collegio Docenti dell'Istituto Comprensivo Dante Alighieri di Cassano Magnago (Va) intende…
I sindacati della scuola che non scioperano il 29 novembre stanno dando un segnale di…
La sindacalista della Gilda Insegnanti Antonietta Toraldo, che si occupa nello specifico della parte contrattuale…