Sono una docente di scuola secondaria di primo grado che come tutti i docenti sono stati impegnati dall’inizio dell’anno scolastico, nella didattica a distanza (DaD).
Sebbene sia ormai acclarato che da Settembre la scuola partirà assicurando la Didattica in presenza, a tutt’oggi, mentre scrivo e siamo all’inizio di Luglio, vige una grande incertezza su come sarà possibile garantire questo fondamentale servizio.
Il supporto telematico adottato finora, ci ha aiutato a terminare l’anno scolastico e quanto meno ci ha aiutato ad evitare che i nostri alunni rimanessero senza una guida, ma non sarà mai uguale alla possibilità di condividere lo spazio fisico con la conseguente possibilità di scambio di emozioni, di pensieri, di sguardi.
Gli insegnanti sono stati “eroi”, si sono dovuti reinventare e hanno dovuto mettere in campo una competenza immediata per far sì che continuasse l’azione educativa in tutti i suoi aspetti, senza che la maggior parte di essi avesse mai avuto la confidenza necessaria all’utilizzo di questi strumenti.
Tuttavia, ora la messa a punto degli strumenti e l’esperienza del loro utilizzo accumulata dai docenti in questi mesi, potrà risultare utile proprio per affrontare quei problemi che la confusione di cui parlavo prima non consente ancora di prendere in considerazione, ma che, purtroppo, la realtà finirà per metterci davanti.
Che cosa succede infatti, se in un istituto si sviluppa un focolaio che costringerà all’isolamento fiduciario una parte degli studenti?
Che succederà dove gli spazi ulteriori necessari per le nuove aule derivanti dall’esigenza di distanziamento fisico, non verranno reperiti (biblioteche, musei e parchi, sono poco probabili come surrogati)?
Ecco che tornerà l’esigenza di riaffrontare, o per quarantena o per turnazione, la didattica a distanza.
Ignorare
Ignorare questo è non fare i conti con la realtà.
Rosa Petrella