Mentre il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca sembra volerci spiegare come la responsabilità delle aggressioni ai docenti potrebbe essere della scuola e non di chi l’ha compiuta, i problemi della scuola statale sembrano sommarsi, giorno dopo giorno. Poco sembra cambiato col “Governo del cambiamento”.
Formalmente l’anno scolastico è iniziato, ma in moltissime scuole mancano insegnanti, innanzitutto di sostegno e poi anche di diverse discipline curricolari.
Manca il personale amministrativo e in alcuni casi si è costretti a ricorre ai collaboratori scolastici per coprire i ruoli di DSGA scoperti.
Le segreterie sono oberate di lavoro e la scarsità di personale rallenta le operazioni necessarie ad un funzionamento efficiente degli Istituti.
Mancano i collaboratori scolastici che ormai, sempre più spesso, non essendo in numero sufficiente a sorvegliare le diverse ali degli Istituti, rimangono a presidio delle entrate.
I Dirigenti Scolastici sono pochissimi. Nella provincia di Vicenza ad esempio, quasi metà degli Istituti è in reggenza. Reggenze spesso affidate con criteri poco comprensibili.
Noi socialisti siamo solidali con la Dirigente Scolastica Veladiano che in Veneto minaccia di licenziarsi qualora non si stabiliscano criteri di omogeneità per l’assegnazione delle reggenze.
La situazione in cui lavorano i Dirigenti Scolastici è così deteriorata che addirittura la troppo spesso filogovernativa ANP sembra dare segnali di insofferenza.
Tutto ciò mentre resta preoccupante il tasso di abbandono scolastico.
Noi socialisti, oggi all’opposizione, possiamo vigilare, pronti a denunciare errori e false verità ma anche, qualora sia possibile, pronti a portare il contributo delle nostre proposte.
Sarebbe importante impegnare maggiori risorse economiche ed umane. Aumentare la percentuale di PIL per l’istruzione portandola ai livelli degli stati europei più sviluppati.
Interrompere i finanziamenti pubblici alle scuole private in qualsiasi genere e forma essi avvengano. Rimodulare i fondi per l’alternanza scuola-lavoro, prevedendo l’abolizione di tale pratica nei Licei.
Stabilizzare il personale con un piano di assunzioni che vada ben oltre l’emergenza. Rinnovare il contratto che è in scadenza e adeguare gli stipendi agli standard europei. Portare a 18 anni l’obbligo scolastico.
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