Picchiare un’insegnante perché ha sospeso la figlia… è vergognoso.
La colpa è solo della persona che ha picchiato la docente? Non credo. Questo è uno dei tanti casi, non esiste più il rispetto. L’insegnante non è tutelato, è diventato la vittima perfetta di una società violenta, omofoba, razzista, disperata senza regole, senza limiti.
Non esiste più il libero arbitrio, non servono i grembiuli, la leva militare o le pistole.
Abbiamo bisogno che chi tutela lo Stato come il ministro degli interni sia garante dei diritti e della dignità umana di ogni singolo cittadino, da nord a sud, che faccia rispettare le regole e che difenda i pubblici ufficiali, si perché molti non lo sanno ma gli insegnanti lo sono, sono pubblici ufficiali ma in Italia sono “niente… mischiato con niente”.
Per la politica… la cultura è pericolosa, le menti pensanti possono destabilizzare gli equilibri voluti da chi ha in mano il potere.
È utile lasciare gli insegnanti da soli, abbandonarli, ghettizzarli, impoverirli, cancellare la libertà di insegnamento, privatizzarli, regionalizzarli, e se poi “ogni tanto” un genitore colpisce una prof bastano due righe per dispiacersi e scrivere il solito trafiletto sulla solidarietà e qualche talk show ma domani è un altro giorno e poi chi se ne frega delle grida di disperazione, meglio far finta di nulla. La cosa più importante è regionalizzare il sapere, aziendalizzare l’istruzione, muovere i soldi pubblici solo verso le strutture confessionali.
Gli insegnanti e il personale non docente non li ascolta più nessuno!
Picchiare un prof è come strappare la Costituzione italiana, è come minare le fondamenta di uno stato democratico e di diritto.
Creare il caos e mantenere il popolo ignorante, per poi ripristinare secondo le indicazioni del politico di turno.
BASTA porgere l’altra guancia, BASTA continuare a subire soprusi.
E’ arrivato il momento di ribellarsi e il 17 maggio è la grande occasione!
Scendere in Piazza Monte Citorio per difendere l’istruzione pubblica laica statale e la dignità dell’insegnante come rispetto di un diritto costituzionale.
Si avete letto bene!
Rispetto per chi fa cultura, per chi è la memoria storica di questo Paese!
Paolo Latella
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