Alunni

L’insofferenza degli studenti non si placa

Sarebbero già una diecina i licei che, dopo l’occupazione, non sono del tutto tornati alla normalità nella sola città di Cagliari. L’insofferenza degli studenti non si sarebbe affatto sopita visto che ancora denunciano  spazi insufficienti, modelli didattici antiquati, stress psicologico insieme a problemi strutturali fra cui acqua potabile nei rubinetti e vivibilità nelle aule.

Ma soprattutto gli studenti denunciano lo strapotere dei docenti e la mancanza di peso politico nelle scelte delle scuole, mentre in tante altre ancora non vengono concesse le assemblee di Istituto.

“La scuola dovrebbe essere fatta a misura di studente e dovrebbe evolversi”, dichiara un ragazzo all’Agi.  “La didattica frontale deve essere superata, perché è la stessa che veniva utilizzata quando i nostri genitori e nonni andavano a scuola. In questo sistema lo studente è considerato e visto come una scatola vuota da riempire di nozioni, anziché una persona da formare con un senso critico, che possa avere poi gli strumenti per diventare un cittadino attivo della democrazia”. 

“Vorremmo un metodo di insegnamento attivo, e non passivo come quello attuale”, chiede un altro studente, “in grado di coinvolgerci, di stimolarci a studiare e ad apprendere e di prepararci poi realmente ad affrontare il mondo del lavoro”.  

Ma lamentano pure l’assenza di uno psicologico che li possa sostenere nei momenti di difficoltà e soprattutto ora, dopo il cupo periodo della pandemia e con esami da affrontare nonostante la lunga pausa del  lockdown che ha distolto dai programmi e pure dalla dovuta concentrazione: insomma vorrebbero una tutela psicologica dell’alunno costante e precisa.

Ma accusano pure di scarsa sensibilità alle richieste dei comitati studenteschi che vorrebbero essere fatti  partecipe di informazioni essenziali quali il cambio di classi, di orari di entrata o di docenza. E poi ci sarebbero i disagi causati dal dover cambiare continuamente professore, avere supplenti temporanei  con cui il dialogo langue e che favoriscono gli  abbandoni. 

“A scuola non si studia e basta”, sottolinea un dirigente all’Agi, “ma si cresce anche confrontandosi con gli altri coetanei e con quelli più grandi. C’è necessità di socialità. Credo che a livello nazionale sia necessario prendere atto che la scuola deve essere rimodulata e adeguata ai tempi d’oggi”.   

Pasquale Almirante

Articoli recenti

Riallineamento di carriera, le scuole hanno l’obbligo di attivarlo senza alcuna istanza da parte dei docenti. Le scuole stanno controllando tutte le ricostruzioni di carriera

In tutte le scuole italiane è partita l'operazione di controllo preventivo di regolarità amministrativa e…

30/06/2024

Decreto scuola: le misure sul sostegno proposte dal Ministro non dovrebbero cambiare (per ora); maxi “sanatoria” per decine di migliaia di precari

L’esame del decreto legge 71 del 31 maggio 2024 sta entrando nella sua fase principale:…

30/06/2024

Violenza giovanile. C’è un solo rimedio, tornare ad educare …

Di fronte al dilagare della violenza giovanile, le due principali agenzie educative, la scuola e…

30/06/2024

eCampus 30 Cfu, nuova edizione: ecco come iscriversi ai percorsi abilitanti

I percorsi abilitanti da 30 CFU, molto attesi da tanti docenti di ruolo che aspirano a…

30/06/2024

Giochi di matematica, come fare appassionare gli studenti della primaria alla disciplina?

I giochi di matematica rendono l'apprendimento divertente e stimolante. Coinvolgono gli studenti, migliorano le abilità…

30/06/2024

Mindfulness e meditazione scuola: come ritagliare un momento della quotidianità frenetica per lavorare su di sé?

Incorporare mindfulness e meditazione a scuola aiuta studenti e docenti a ritagliarsi un momento di…

30/06/2024