Ancora una volta l’Ocse scopre l’acqua calda: la Scuola italiana non colma lo svantaggio degli studenti provenienti da ambienti sociali sfavoriti. Lo dimostrerebbe il Pisa 2015, con gli studenti italiani nettamente al disotto della media Ocse. Tuttavia, Italiani, state tranquilli! Noi abbiamo l’Invalsi, che prontamente ha predisposto il “valore aggiunto” per valutare positivamente le scuole capaci di far crescere le “competenze” degli alunni.
Altra grande scoperta: se gli studenti non si assentano per sfuggire alle verifiche, e se in classe c’è un clima sereno e rilassato, i risultati migliorano! Chi l’avrebbe mai sospettato? Inoltre (incredibile dictu!) la tecnologia in classe (pc, tablet, LIM e meraviglie consimili) non migliora i risultati! E nemmeno i progetti!
Chissà, magari fra sessant’anni si scoprirà che lo studio silenzioso sui libri e l’attenzione alle spiegazioni frontali rende più preparati ed intelligenti: per il momento però una simile improbabile rivelazione è solo fantascienza.
Non mancano, naturalmente, quanti danno tutta la colpa ai “perfidi” docenti, colpevoli di torturare gli studenti con inutili e controproducenti compiti a casa, con sadiche lezioni teoriche e maniacali verifiche. È quanto sostiene Maurizio Parodi, titolato Dirigente Scolastico a Genova, che in un ennesimo articolo carico di sarcasmo.
finge di dare la colpa dell’insuccesso scolastico agli studenti stessi; per accusare in realtà gli insegnanti (i quali, secondo lui, impongono «lezioni interminabili, soporifere, ammorbanti: docenti che parlano, parlano, parlano»). In verità il buon Parodi dimostra di saper fare un abile uso dell’antifrasi in stile manzoniano; e di essere pertanto persona colta, proprio perché formatasi nella Scuola tradizionale con quegli stessi strumenti didattici che ora egli aborre.
La Scuola, secondo il Dirigente di Genova, non funzionerebbe «per l’accanimento morboso (in Italia si rasenta la crudeltà mentale) di insegnanti che tentano di avvilire qualsiasi propensione alla “ricerca” (e quasi sempre ci riescono) infliggendo finanche i “compiti per vacanze”, appunto. Un ossimoro logico, un paradosso pedagogico: i soli a profittare delle vacanze degli studenti sono i docenti, cioè coloro che ne impediscono il godimento agli studenti, violando un loro diritto».
Se un Docente osasse far uso di facili luoghi comuni sui Dirigenti si sentirebbe dare dell’estremista; che avvenga il contrario, invece, nessuno lo trova strano. Anche perché l’attacco indiscriminato contro tutti i Docenti è oggi sport assai praticato nel tempo libero dagli autoctoni della Penisola e, se un Dirigente se ne fa campione, appare smart, al passo coi tempi, popolare e “di sinistra”.
Si sa, i mali dell’Italia non sono dovuti alle mafie, alla corruzione, alla malafede di tanti politicanti; ma agli insegnanti. Poco importa se poi, come ogni anno, si scopre che lo Stato italiano spende per l’istruzione meno di tutti in Europa.
Solo il 3,9% del PIL per scuole e università, mentre la media europea è del 4,6%. Più taccagni di noi con la Scuola soltanto Slovacchia (3,8%), Romania (3,7%), Bulgaria (3,4%), Irlanda (3,3%): Paesi, comunque, più poveri di noi. Ci superano (e di parecchio), non solo Olanda (5,3%), Austria (4,9%) e Lussemburgo (4,8%), ma persino Repubblica Ceca (4,5%), Croazia (4,8%) e Polonia (5%); nonché tutti gli altri. Tendenza identica un anno fa e a tutti gli anni precedenti.
E i frutti della parsimonia governativa (di tutti i governi italiani) verso la Scuola si vedono: classi-pollaio, cattedre-spezzatino, disorganizzazione cronica nell’utilizzo della forza lavoro (Docenti e ATA), edifici obsoleti e decrepiti, sicurezza zero, comfort meno di zero. Il PD nel 2013 ricevette i voti dei Docenti con la promessa di abolire la controriforma Gelmini (che aveva strappato ben otto miliardi alla Scuola, distrutto i Licei classici, chiuso i laboratori degli Istituti Tecnici, aumentato il numero di alunni per classe). Presi i voti, le promesse caddero nell’oblio: e fu Buona Scuola. Ossia catastrofe Gelmini confermata, tagli confermati, codice disciplinare Brunetta confermato; più tutti i poteri al Dirigente, prove Invalsi negli esami di Stato, Docenti senza più nemmeno la titolarità d’istituto e pronti a vagare nell’inferno degli ambiti disciplinari se il Dirigente non rinnova loro il “contratto triennale”.
Però tranquilli, Italiani! Ora che la Scuola pubblica è tale solo di nome, e che il PIL è tornato a crescere dello zerovirgola, cresceranno certo anche le “competenze” degli alunni svantaggiati!
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