Pubblichiamo la riflessione di Marina Fisicaro, già dirigente tecnico sul tema dell’intelligenza artificiale:
Il IX Seminario INVALSI, svoltosi dal 17 al 19 ottobre 2024 e intitolato “I dati nel sistema educativo: strumenti per la ricerca e la didattica”, ha esplorato il tema dell’intelligenza artificiale (IA), una tecnologia ormai centrale nella vita quotidiana e nell’economia globale. L’IA sta trasformando settori cruciali come l’educazione, la sanità, la politica e l’industria creativa, generando grandi opportunità ma anche nuove sfide, soprattutto dal punto di vista etico, legale e sociale. Diventa quindi fondamentale esaminare la regolamentazione di questa tecnologia, con particolare attenzione al modello europeo, per riflettere su come mantenere un equilibrio tra progresso tecnologico e diritti umani fondamentali.
L’intelligenza artificiale sta già rivoluzionando il settore educativo, offrendo strumenti che permettono di personalizzare i percorsi di apprendimento, rendendo l’istruzione più inclusiva e flessibile. Gli insegnanti, grazie all’uso di tutor virtuali, sistemi di valutazione automatizzati e applicazioni che adattano i contenuti alle esigenze individuali degli studenti, possono concentrarsi maggiormente sui bisogni specifici di ciascuno studente. Ad esempio, tecnologie basate su IA possono analizzare i progressi degli studenti in tempo reale, suggerendo attività personalizzate o percorsi di
recupero per migliorare le loro competenze.
Queste innovazioni, tuttavia, sollevano importanti interrogativi, come evidenziato da Ernesto Belisario nella sua relazione “Artificial Intelligence and education: emerging regulatory challenges and legal perspectives”. Una delle principali preoccupazioni riguarda la possibile riduzione del ruolo umano nel processo educativo. Se l’IA assume una parte significativa delle attività di insegnamento, quale sarà il futuro del rapporto tra docente e studente? Si teme che l’introduzione di strumenti troppo automatizzati possa ridurre l’interazione diretta e personale tra educatore e discente, limitando il coinvolgimento attivo degli studenti e la loro capacità di sviluppare competenze trasversali come il pensiero critico e la creatività.
Questa riflessione è fondamentale poiché la preoccupazione non si limita alla possibile perdita di posti di lavoro a causa dell’automazione, ma coinvolge anche il rischio di una riduzione del ruolo creativo e produttivo delle persone. Nel contesto educativo, questa problematica assume un’importanza particolare. Da un lato, la personalizzazione resa possibile dall’IA può migliorare l’apprendimento; dall’altro, essa potrebbe paradossalmente ridurre l’interazione umana e il coinvolgimento attivo degli studenti nei processi creativi, generando un “rischio educativo”.
Un esempio emblematico è stato presentato dal relatore durante il seminario, il quale ha raccontato di come la figlia di un esperto legale, osservando un sistema di IA che generava una presentazione, abbia chiesto al padre: “Chi è lei?”.
Le generazioni più giovani tendono a personalizzare l’IA fino quasi a considerarla come una vera e propria entità “attiva”, in grado di competere con la creatività e il ruolo umano.
Il rischio è quello di sviluppare una dipendenza eccessiva da tali tecnologie, il che potrebbe portare a una minore partecipazione degli studenti ai processi creativi e a una riduzione della loro autonomia. Se, ad esempio, un algoritmo
fornisce sempre le risposte o guida interamente il percorso di apprendimento, gli studenti potrebbero non sviluppare le competenze necessarie per risolvere problemi in modo autonomo.
Inoltre, gli istituti con risorse finanziarie adeguate potrebbero adottare sistemi di IA avanzati, migliorando significativamente i risultati di apprendimento, mentre altre scuole, soprattutto in aree svantaggiate, potrebbero non avere accesso a queste tecnologie, aumentando così il divario educativo a livello nazionale e l’ineguaglianza educativa.
Una corretta regolamentazione dovrà assicurare che l’IA sia impiegata in modo trasparente e responsabile, tutelando il ruolo centrale dell’educatore e promuovendo un uso della tecnologia finalizzato al miglioramento degli apprendimenti.
È necessario che la scuola sia sempre più connessa alla realtà e non ancorata a routine anacronistiche; è opportuno, quindi, che i docenti ricevano una formazione adeguata e che gli studenti assumano un ruolo sempre più centrale nel binomio insegnamento/apprendimento.
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