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“L’Invalsione” della scuola: come si possono valutare gli alunni così?

Una necessaria riflessione sulla novità dell’anno…le prove Invalsi computer based estrapolate dalla prova d’esame di licenza media e svolte nel mese di Aprile…ottima cosa che non influiscano più sul voto d’esame rovinando la media finale a molti alunni pur ben dotati ma gioia questa di breve durata quando realizzi che, ora più che mai, siamo nelle avide mani di un ente tentacolare del tutto esterno ed estraneo alla realtà scolastica al punto di credere che tutte le scuole italiane siano miracolosamente dotate di tutte le attrezzature necessarie per svolgere queste prove computerizzate.

Praticamente il sig. Invalsi si è svegliato un giorno dopo aver sognato che tutte le scuole italiane avevano laboratori informatici efficientissimi a livello di computer e connessione (grazie ad un piano di digitalizzazione rimasto paradossalmente puramente cartaceo) e ha stabilito che a scuole uguali corrispondessero alunni uguali dalle Alpi alla Trinacria , in grado di affrontare senza problemi (faccio il caso della nuova prova di inglese) 80 minuti di concentrazione assoluta su esercizi di comprensione scritta ed orale in cuffia con tempi strettissimi (20 secondi per esercizio) e correzione automatica non ponderata del test per cui anche un semplice errore di scrittura viene dal programma considerato errore.

Il sig. Invalsi poi ha sognato anche che tutti i BES fossero improvvisamente guariti da quei disturbi di apprendimento per cui noi siamo stati costretti a riempire montagne di piani individualizzati e ha pensato bene quindi di non offrire loro alcun aiuto, riservato solo (e in maniera discutibile) agli alunni disabili completamente ignorati e ai DSA cui viene concesso empaticamente un quarto d’ora aggiuntivo di sofferenza.

Quindi di fatto la personalizzazione del processo didattico,da anni nostra croce e delizia, per il sig. Invalsi è una solenne baggianata da bypassare disinvoltamente con freddi quiz standardizzati insensibili alle difficoltà di concentrazione dei ragazzi iperattivi, alle difficoltà di compiti multitasking per ragazzi con DSA, ai problemi di comprensione dei ragazzi stranieri, alla lentezza interpretativa dei ragazzi con problemi di apprendimento e all’emotività normale di tutti gli esseri umani di fronte a test ansiogeni, massacranti, complessi e disumani nella loro sadica concezione.

Il sig. Invalsi si è anche astutamente premunito dal rischio che qualche DS illuminato o qualche famiglia dotata di senso critico potesse sabotare i preziosi test e li ha così prescritti come requisito indispensabile all’ammissione all’esame, castrando sul nascere con questo odioso ricatto ogni sussulto di dignità e libertà.

Quando, dopo aver rubato quasi tutto Aprile alla normale programmazione didattica, il sig. IInvalsi correggerà le prove con metodo strettamente e freddamente matematico, invierà alle scuole il suo verdetto, una certificazione delle competetenze da allegare a quelle in uscita di ogni alunno, competenze verificate solo in base ad uno stupido quizzettino di 80 minuti in cui l’alunno viene considerato umanamente nè più nè meno come una periferica del computer..

Ora mi sorge spontanea una domanda: nel caso in cui la mia e la sua certificazione non dovessero coincidere (cosa che prevedo probabilissima) quale avrà più peso sul futuro percorso di quell’alunno, sul mio e su quello della scuola, quella istantanea del sig. Invalsi o la mia ponderata e basata su una conoscenza triennale di quel ragazzo in carne ed ossa con le sue fragilità e i suoi punti di forza, i suoi sforzi e i suoi progressi, i suoi limiti e le sue conquiste?

Attendo gentilmente risposte da chi ancora crede e sostiene che un alunno, un docente o una scuola si possano valutare così.

Antonella Currò

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