Il presidio di Bologna degli insegnanti, dei genitori, degli studenti e delle studentesse dopo 8 giorni e 7 notti di sciopero della fame rilancia la protesta.
Ai parlamentari di qualsivoglia colore, un solo grido sale dal mondo della scuola: FERMATEVI !
Nel mezzo di una protesta ormai dilagante, fra lo sciopero degli scrutini che coinvolge migliaia di scuole e quello della fame inaugurato a Bologna e ripreso da altre città come Ferrara e Trento, le iniziative di lotta tese a far sì che il DdL scuola venga ritirato e sostituito da un semplice decreto che regolarizzi l’assunzione dei docenti precari non si fermano.
Il presidio di Bologna degli insegnanti, dei genitori, degli studenti e delle studentesse dopo 8 giorni e 7 notti di sciopero della fame rilancia la protesta con una iniziativa rivolta a tutto il Paese.
Proposta per tutti i giorni in cui il DdL scuola sarà in discussione nell’aula del Senato:
Ci rivolgiamo ad ogni persona che abbia a cuore le sorti della scuola pubblica, oggi minacciata di estinzione da una cultura di governo cinica e bara.
Mancano pochi giorni e poi, forse, sarà troppo tardi.
Noi, insegnanti, studenti e studentesse, genitori di ragazze e ragazzi che frequentano la scuola pubblica, noi, cittadini e cittadine sappiamo bene quanto sia importante per il nostro futuro e per quello del nostro Paese poter contare sull’esistenza di una scuola pubblica che garantisca a tutti la possibilità di formarsi nel migliore dei modi al di là delle singole condizioni sociali ed economiche di partenza.
E lo sapevano bene anche coloro che esattamente così l’hanno concepita e depositata a lettere indelebili sulle pagine della nostra Costituzione. Ebbene, noi tutti pensiamo che la scuola che stiamo frequentando o che abbiamo frequentato in passato avrebbe bisogno di più attenzione, di risorse adeguate, di essere anche ripensata là dove non riesce più a rispondere pienamente alle sfide del nostro tempo. Siamo i primi a dirlo, i primi a pretenderlo. Ma non può essere, per nessuna ragione, che ripensare il nostro sistema scolastico pubblico possa significare minarne le fondamenta stesse, cancellarne i principi su cui è stato edificato per trasformarlo in una sorta di catena di negozi dove ognuno “vende “ la merce-istruzione che gli pare e al prezzo che gli pare. E’ in gioco il principio di uguaglianza e la libertà di insegnamento. E’ in gioco la salute della nostra democrazia.
Mancano pochi giorni e poi, forse, sarà troppo tardi.
Facciamo sentire a chi sta per decidere che il caldo respiro della nostra scuola pubblica non può essere spento. Da nessuno. Una sola parola rivolta ai parlamentari: FERMATEVI ! scritta su uno striscione di carta o di stoffa o su un semplice cartello o composta da lettere accostate; un gruppo di persone che lo sostiene esibendolo davanti alle Prefetture o agli Uffici Scolastici Regionali o agli uffici scolastici territoriali o davanti alla propria scuola o in una piazza della propria città o in un luogo di passaggio o a fianco della sede di un partito; tutti i giorni, un’ora al giorno, alla stessa ora; in cento città, in cento villaggi, contemporaneamente e all’unisono.
A Bologna si comincia martedì 16 giugno: tutti i giorni, dalle ore 17,30 alle 18,30 saremo davanti all’USR, con il nostro grido, il nostro striscione e le nostre parole, fino al ritiro del Ddl.
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