E’ iniziata nel primo pomeriggio di sabato 3 l’assemblea nazionale dei comitati Lip Scuola.
I lavori proseguono anche domenica 4.
Primo punto all’ordine del giorno le modalità di partecipazione alla campagna per il No al Referendum costituzionale, ma subito dopo si torna sui problemi più specifici della scuola anche per tracciare un bilancio sulla raccolta delle firme sui quesiti referendari relativi alla legge 107.
Al di là della legittima soddisfazione per il consistente coinvolgimento di una parte del mondo della scuola, i promotori del referendum scuola iniziano a mostrare qualche dubbio sulla possibilità che il referendum venga accolto dalla Corte di Cassazione: le 515mila firme messe insieme nei tre mesi di campagna sono un buon numero ma potrebbero non essere sufficienti. Nella maggior parte dei casi precedenti, infatti, la Cassazione ha scartato non meno del 3-4% delle firme consegnate. Nel caso specifico il 3% corrisponde proprio a 15 mila fime e quindi il tetto di 500mila potrebbe essere a forte rischio.
L’assemblea nazionale dovrà quindi avviare una prima riflessione per tentare di capire i motivi di un risultato al di sotto delle aspettative.
Ma il “piatto forte” è previsto per la mattina di domenica 4 quando è prevista la discussione sull’aggiornamento del testo della legge di iniziativa popolare la cui prima versione risale ormai a 10 anni fa.
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Inizialmente l’idea dei promotori era proprio quella di fare in modo che la legge venisse discussa e magari approvata dal Parlamento. In effetti la proposta di legge venne presentata ufficialmente in Commissione Cultura della Camera dall’onorevole Titti De Simone di Rifondazione Comunista nell’aprile 2007. Ma alla ripresa dei lavori autunnali il progetto di legge non fu più ripreso in mano dai deputati. Nella primavera del 2015 la LIP tornò nuovamente in Parlamento ma per essere discussa congiuntamente con il progetto di legge “Buona Scuola” che, come si sa, non recepì assolutamente nulla della proposta di legge popolare.
Adesso il Comitato ha deciso di aggiornare il testo e di riprendere il percorso ma probabilmente più con l’obiettivo di animare il dibattito politico sulla scuola che con quello di arrivare davvero alla approvazione della legge (va anche detto, peraltro, che in 70 anni di storia repubblicana, nessuna proposta di iniziativa popolare si è mai trasformata in legge autonoma. Molto spesso le proposte non iniziano neppure l’iter parlamentare.
Molto realisticamente, se la proposta servisse anche solo a “orientare” i lavori del Parlamento per il Comitato sarebbe già un risultato importante.