Per i promotori della LIP scuola (Legge di Iniziativa Popolare sulla scuola), la campagna elettorale sta diventando una buona occasione per rilanciare la raccolta delle firme necessarie per far arrivare in Parlamento una proposta nata 10 anni fa che, negli ultimi mesi, è stata rivista e aggiornata.
In questi giorni le iniziative pubbliche del Comitato si stanno moltiplicando e intrecciando con quelle relative ad altre due proposte, una per la modifica dell’articolo 81 della Costituzione sul pareggio di bilancio e un’altra per la modifica della legge elettorale.
Il testo della LIP Scuola su cui attualmente si stanno raccogliendo le firme era stato presentato alla Cassazione agli inizi di settembre e, in estrema sintesi, prevede: l’obbligatorietà dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia e l’estensione dell’obbligo scolastico a 18 anni, classi di 22 alunni, il ripristino del modulo e del tempo pieno nella scuola primaria e prolungato nella secondaria di primo grado; dotazioni organiche aggiuntive stabili e adeguate per il sostegno, l’integrazione, la lotta alla dispersione e al disagio.
Ovviamente per fare tutto questo servono risorse e i promotori ne hanno tenuto conto nella stesura della proposta: un articolo della legge prevede che al sistema di istruzione dovrà essere destinata una quota di PIL non inferiore al 6%.
“D’altronde – sostengono i promotori – se ce la fanno Paesi ben più poveri del nostro, non si capisce perché noi destiniamo così poco al futuro dei nostri ragazzi (e quindi della nostra società)”.
La legge intende affrontare anche la questione del precariato, rendendo obbligatoria l’assunzione a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti, e il problema dell’edilizia scolastica, con un piano pluriennale di investimenti importanti.
Al momento ci sono almeno 4 forze politiche che hanno già dichiarato di condividere principi e proposte contenute nella proposta di legge: MDP, Liberi e Uguali, Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista.
La legge è molto ampia ed è formata da 37 articoli. L’ultimo contiene l’elenco di tutte le norme di norme precedenti che vengono abrogate.
Si va dalla legge 53/2003 (la cosiddetta Riforma Moratti) con i suoi decreti attuativi, fino ai Regolamenti ordinamentali del 2009 e 2010 e, ovviamente, alla legge 107/2015. Ma c’è anche un articolo con il quale si rivedono ampiamente le norme sulla autonomia scolastica contenute nel Regolamento del 1999.
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