Così riassunti:
– l’assunzione immediata dei precari in modo da coprire tutte le cattedre vacanti e quelle necessarie ad assicurare la riduzione del numero degli alunni per classe, l’ampliamento dell’offerta formativa (tempo pieno, tempi distesi per l’apprendimento), il sostegno, l’alfabetizzazione, la lotta alla dispersione scolastica;
– la scuola della cooperazione e della collegialità e non quella della competizione eterodiretta da Dirigenti manager e dalla burocrazia ministeriale;
– la piena gratuità della scuola statale con finanziamenti certi a tutte le scuole pari al 6% del Pil. No a scuole sostenute dai contributi dei genitori e dei privati. No a nuovi contributi alle scuole private;
– classi di 22 alunni e non classi pollaio;
– la scuola dell’infanzia statale garantita a tutti con l’ultimo anno obbligatorio e non la sua trasformazione in un servizio;
– un sistema di valutazione autonomo dal Ministero che sostenga tutte le scuole aiutando quelle che operano in condizioni sociali disagiate al fine di dare a tutti gli studenti italiani la stessa offerta di istruzione e formazione.
Un rapporto fra scuola e lavoro finalizzato a garantire la libera scelta del proprio futuro agli studenti. No all’introduzione dell’apprendistato nelle scuole.
Per il sistema scuola si aprono nuovi scenari e nuove prospettive, a tutto vantaggio di una scuola innovativa, inclusiva e soprattutto, al pari della LIP, rispettosa del dettato costituzionale.