Liste contro la “Buona Scuola” per i consigli di istituto

“Comunità Educante Cooperazione Educativa Contro Renzuscuola” è il motto che l’Unicobas propone per le liste per il rinnovo degli organi collegiali.

“Se riusciremo a condurre in porto questa iniziativa – sostiene il sindacato di Stefano d’Errico – l’impatto nel mondo della scuola sarà grande: una diffusa presenza di liste così contraddistinte segnerà senza alcun dubbio la ripresa della battaglia contro l’applicazione della cosiddetta ‘riforma Renzi’, che sfocerà nello sciopero del 13 novembre prossimo”.

“La riforma – sottolinea d’Errico – continua per noi ad essere assolutamente inaccettabile, perciò le scuole sono chiamate a fermarne l’applicazione direttamente sul loro ‘terreno’. Dobbiamo salvare la scuola di tutti, la scuola pubblica, data da Renzi nelle mani di un dirigente che vuole trasformare in padrone, a sua vota ‘commissariato’ da un ‘burocrate aggiunto’ nominato direttamente dalla casta politica per il tramite delle direzioni scolastiche regionali controllate dal ministro Giannini”.

 D’Errico non usa eufemismi: “Ci troviamo di fronte ad una pesantissima operazione autoritaria senza ritorno, volta a stracciare il pluralismo, la multiculturalità e la laicità: tutto ciò che la Costituzione indica come stella polare della scuola”.

“Abbiamo perso la prima battaglia – ammette il segretario dell’Unicobas – pur avendo dimostrato l’assoluta contrarietà a questa operazione di docenti ed ata con i numeri di uno sciopero plebiscitario”.
“Ma ora – conclude d’Errico – possiamo vincere la seconda battaglia di questa guerra senza quartiere che altri, non noi, hanno scatenato contro la scuola pubblica. Possiamo dimostrare ancora una volta, ma con numeri ancora più ampi, che la scuola in tutte le sue componenti, non più solo tramite docenti ed ata (che è fondamentale si ripronuncino), ma anche tramite il voto di studenti e genitori (e peraltro gli insegnanti sono anche genitori), respinge senza appello la controriforma con una grande ed eccezionale operazione di democrazia diretta e dal basso che coinvolga tutti gli istituti”.

Reginaldo Palermo

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