Secondo la preside è un nuovo modo di fare scuola, “legando l’apprendimento al mondo del lavoro”; e così l’Istituto Alberghiero “Amerigo Vespucci” di Roma, con più di 1.100 studenti, apre un proprio ristorante al pubblico una sera a settimana, esattamente il giovedì, all’interno dei suoi spazi, usando come cuochi, chef e personale di sala i propri alunni.
Il progetto, partito da un’idea della preside e supportato dai ragazzi, punta a recuperare i periodi di chiusura della scuola dovuto alla pandemia, sacrificando ore di apprendimento per la cancellazione delle attività laboratoriali: “il ristorante – spiega la preside – permetterà ai ragazzi di fare subito pratica sul campo, misurandosi con dei veri clienti, in tutte le fasi che vanno dall’accoglienza alla preparazione dei piatti”.
Clienti che possono essere “genitori, amici, semplici cittadini, curiosi o appassionati, mentre per accedere al ristorante è necessaria la prenotazione presso il sito della scuola dove sono pubblicate tutte le informazioni.
Gli studenti impegnati nel ristorante sono quelli che hanno iniziato i corsi pratici in cucina e regolarmente vaccinati. Per quanto invece riguarda il ricavato di ogni serata, che consiste in un contributo libero, esso confluirà nel Bilancio di istituto e servirà a far fronte alle spese della scuola come l’acquisto di materiale didattico funzionale ai laboratori fino ai piccoli e grandi lavori.
Dal punto di vista didattico, il progetto prevede che gli studenti con gli insegnanti, di settimana in settimana, elaborino un programma, ossia il menù, in base ai piatti che precedentemente hanno studiato.
“Ad esempio, con i ragazzi del terzo anno, stiamo lavorando ai piatti regionali da quelli della Val d’Aosta alla Sicilia e quando sarà il loro turno, presenteranno un menù tipico”, mentre viene documentato l’entusiasmo dei ragazzi, come spiega un alunno: “Il progetto è molto difficile ma anche molto stimolante, perché comunque ci misuriamo con clienti veri e non solo tra noi ragazzi e professori, è anche un modo per approcciarsi al mondo del lavoro, una sfida utile che apre le porte della scuola”.