Non è la prima volta che capita che in un tema uno studente racconti i propri sentimenti più intimi e fatti molto personali. Talvolta i ragazzi trovano anche il coraggio di denunciare gli abusi subiti, che non avrebbero la forza di rivelare in altro modo.
È questo il caso, riportato da Repubblica, di Ilaria, una ragazza che a febbraio scorso, in un tema di Italiano di terza media dal titolo “Quella volte che…”, ha raccontato gli abusi e le vessazioni subiti in palestra, da parte della sua insegnante di ginnastica ritrmica.
Queste le parole scritte da Ilaria nel tema:
“Quella volta che…
…arrivata in palestra tutte le mie compagne erano insieme, l’istruttrice le aveva mandate a riscaldarsi; io e la mia compagna G. eravamo le uniche che dovevano riscaldarsi velocemente per poi provare subito gli esercizi. Finito il riscaldamento, facciamo le spaccate dalle sedie, ci guardavamo, il nostro umore era cambiato perché sapevamo cosa ci aspettava. Finite anche le spaccate, prendiamo gli attrezzi, cominciamo a ripassare gli esercizi; arriva il momento in cui dobbiamo farlo davanti a lei, alla nostra istruttrice che fino a quel giorno ci aveva offeso e detto le peggio cose.
Tocca a me, avevo ansia, ero spaventata. Durante l’esercizio comincia a urlare di tutto e di più, comincia a chiamarmi in tutti i modi: “Maiale che si rotola nel fango”, “porchetta”, “ippopotamo”. Già lì ero a pezzi, era solo metà esercizio, volevo fermarmi, non continuare l’esercizio (tanto sarebbe solo peggiorato), però non potevo. Alla fine dell’esecuzione mi dice tutte le correzioni, ma non si limita a questo, mi dice che non ero capace, che ero pesante nei movimenti, che non andava bene, e soprattutto una cosa che mi fece stare davvero male: “CAMBIA SPORT”. Quella voce risuonava nella mia testa. Andai in bagno e scoppiai a piangere, avevo le farfalle nello stomaco, ma in senso negativo. Mi stavo per sentire male, ero lì davanti a lei e non potevo fare niente, non riuscivo neanche a parlare. Ho provato tante emozioni contrastanti. NON CE LA FACEVO PIU’! Non mi sentivo adatta, mi sentivo di troppo, mi sentivo brutta, volevo dimagrire, in quel momento volevo solo sparire, ero in imbarazzo. Tutte le mie compagne mi fissavano. Stavo male anche perché loro, durante le esecuzioni, le lodava. Faceva dei paragoni tra noi, anche se loro erano a un livello più basso. Nei giorni seguenti ero a pezzi. Tornata a casa ebbi un attacco di panico. Volevo smettere ginnastica, non volevo più vedere nessuno. Ero come spenta e non mi sentivo a mio agio“.
Parole difficili da leggere per la professoressa di Italiano, che ha immediatamente contattato i genitori della ragazzina, i quali hanno portato il caso davanti alla Procura della Federginnastica. Un mese di sospensione è la sanzione inflitta all’istruttrice.
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