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L’Istruzione nel tritacarne del PNRR

Abbiamo denunciato, a suo tempo, l’obiettivo posto nel PNRR dal governo Draghi rispetto al sistema di istruzione. Chiamarlo stravolgimento della funzione costituzionale di Scuola e Università è ancora poco, perché si tratta di un vero e proprio asservimento agli interessi diretti delle imprese e del mercato. In Parlamento non vi è stata nessuna battaglia rispetto a questo, cosa che la dice lunga sulla possibilità di incidervi dall’interno del centro sinistra, tanto meno vi è stata un’a funzione da parte dei media, non dico di denuncia, ma neanche di descrizione di quella che si può definire una mutazione genetica di una istituzione fondamentale dello Stato, concepita dalla Costituzione per promuovere la crescita culturale e civile del paese.

Fin da come vengono trattati i primi livelli formativi è evidente, nel testo del PNRR, il tentativo di far passare l’idea che solo un adeguamento dell’istruzione al mercato del lavoro costituisca la vera innovazione a fronte di “un’arretratezza” del sistema responsabile del fenomeno dell’abbandono scolastico, come della bassa percentuale di laureati. Dunque non i tagli, l’incuria, la grande quantità di precariato e quindi di discontinuità, la rarefazione dei supporti territoriali, le classi pollaio, il costante de-finanziamento, l’assenza di una seria riflessione sulla valutazione appaltata all’INVALSI e quindi a una visione tecnocratica fondata sulle “competenze”, invece che alla valorizzazione delle attitudini personali, la riduzione attraverso varie forme del tempo scuola e delle discipline formative. L’elenco potrebbe allungarsi anche con uno sguardo sui danni fatti e che verranno accentuati su Università e Ricerca, finalizzate direttamente agli interessi delle imprese, al punto che verranno istituiti “dottorati d’impresa” per lavorare unicamente sull’innovazione delle aziende e non finalizzati alla carriera accademica.

La demolizione della Scuola della Costituzione è iniziata da tempo, ma in certi momenti ha subito un’accelerazione, come avviene in questo momento, in cui il finto bipolarismo vede una saldatura delle forze politiche di centrodestra e centrosinistra sul primato dell’impresa.

Il movimento di Priorità alla Scuola ha svolto un ruolo di contrasto e denuncia di molti aspetti di queste politiche, a partire dalla didattica a distanza che viene riesumata attraverso il solito inganno linguistico, dal momento che nel PNRR si parla di “didattica digitale integrata”, è perciò necessario e urgente che si rimetta decisamente in campo, perché anche se viviamo un momento di sconforto, nulla è mai definitivo e inamovibile.

Loredana Fraleone (resp. scuola università ricerca Rifondazione Comunista)

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