Con la riforma dell’università, approvata dal parlamento greco, si è posto fine al monopolio statale sull’istruzione universitaria. Decisione che non è affatto piaciuta a molti cittadini greci e agli studenti che sono scesi in piazza a manifestare, scontrandosi dunque con la polizia. Nei tafferugli sono rimasti feriti sia agenti che dimostranti, considerato pure che la polizia ha sparato gas lacrimogeni, dichiarando, al termine degli scontri, che nove manifestanti e sette agenti sono stati feriti, mentre tre sono stati arrestati.
Per la sinistra greca, in modo particolare, questa scelta di liberalizzazione dell’università è stata considerata una sorta di violazione a una istituzione antica, che violerebbe la Costituzione e potrebbe creare un sistema a due livelli per gli studenti; per questo le violente proteste di piazza, già iniziate, raccontano le agenzie, ore prima del voto in Parlamento. Gli universitari hanno attaccato la polizia con bombe molotov e petardi, mentre circa 18mila persone manifestavano nel centro di Atene contro la proposta di legge.
Sembra inoltre che queste ultime manifestazioni abbiano fatto seguito ad altre che si sono succedute nel corso della settimana, comprese decine di occupazioni di edifici universitari.
Tuttavia, i sondaggi indicano che la maggior parte dei greci è d’accordo con la creazione di università gestite da privati.
I 300 parlamentari greci, in un governo di centro destra, hanno votato 159 a favore della legge, perché, secondo loro, la riforma attirerebbe nel Paese lavoratori qualificati. 129 i contrari.
Una studentessa di filosofia ha dichiarato all’Associated Press: “Questo governo vuole privatizzare tutto, ma allo stesso tempo il costo della vita aumenta sempre di più e i nostri salari rimangono miseri. Il settore privato entra e smantella l’istruzione pubblica, utilizzando risorse per le quali non pagherà nulla”.
Sebbene l’istruzione superiore privata sia già legale in Grecia, la nuova legge renderebbe i diplomi di istituti privati equivalenti alle università pubbliche, mentre le università d’oltremare sarebbero autorizzate ad aprire filiali in Grecia utilizzando uno status no-profit, pur facendo pagare le tasse universitarie.
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