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Lite in classe per sorprendere la prof, Luca Bizzarri: trend sbagliato, ci vogliono gerarchie. I docenti non sono amici ma autorità

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Qualche giorno fa abbiamo parlato del recente trend TikTok da milioni di visualizzazioni che molti studenti stanno replicando nelle classi di tutto il mondo. Ma in cosa consiste?

Alcuni studenti simulano una rissa in classe mentre i compagni chiamano preoccupati la docente. Mentre l’insegnante si avvicina per capire cosa è successo e dividere gli alunni litigiosi, ecco che arriva la sorpresa: coriandoli, applausi, abbracci e fiori, un modo per ringraziare i docenti per tutto il lavoro che fanno e per sottolineare la bellezza del rapporto umano che si costruisce.

Molti hanno salutato l’iniziativa con entusiasmo, sottolineando quanto sia un trend, finalmente, positivo, che scalda il cuore. C’è però chi non è d’accordo: il comico Luca Bizzarri, in una recente puntata del suo podcast prodotto da Chora Media “Non hanno un amico”, è stato molto critico.

“Certo, dopo i video in cui i ragazzi ruttano o sparano ai docenti, questo è un altro video, che bello. I commenti sotto al video sono tutti positivi. Per me è un no. A mio modesto parere questo video è sbagliato e pericoloso come quelli dei bulli, che raccontano una storia opposta, che però è la stessa storia: è la storia in cui gli studenti e i docenti giocano nello stesso campionato, usano le stesse dinamiche, in un rapporto totalmente paritetico, in cui faccio la sorpresa esattamente come la farei a un compagno di classe, ad un amico”, ha esordito.

“Anarchia pedagogica”

Ecco i punti su cui Bizzarri è scettico: “Ma è quello il ruolo dell’insegnante? Quello dell’amico? Non ho nostalgia della pedagogia delle punizioni corporali o dell’infallibilità dei prof. Mi chiedo solo se la sorpresa e i rutti in faccia non partano da una base comune, e cioè l’assoluta mancanza di una gerarchia, fatta di piccole cose, in cui al prof dai del lei, e non lo abbracci, perché non è un coetaneo. E se non lo abbracci quando ti sta simpatico magari eviterai di schernirlo quando non ti sta simpatico. Il prof non rappresenta solo se stesso in aula, ma qualcosa di più. Poi non ho certezze, noi che davamo del lei al prof non siamo cresciuti come lord inglesi, anzi”.

“L’assenza di regole limita la fantasia. Mi chiedo se l’assoluta anarchia pedagogica sia peggio. Mi chiedo se sia giusto che l’insegnante perda la sua intrinseca autorità, mi chiedo se sia giusto che vengano corretti i compiti con la penna verde perché quella rossa potrebbe turbare i bambini. Mi chiedo se tutto questo non giustifichi chi poi spara coi pallini di gomma ai prof, senza infrangere nessun muro, quel muro lì lo abbiamo tolto noi adulti”, ha concluso il comico, durissimo.

Docenti aggrediti, avvocatura di Stato, famiglia e voto in condotta

In un’intervista a Radio Cusano, il direttore della Tecnica della ScuolaAlessandro Giuliani, ha dichiarato: “Non sono più fatti isolati in qualche parte d’Italia. Abbiamo una casistica molto alta. Anche Valditara è intervenuto, ribadendo che è pronto a costituirsi parte civile in sede di giudizio. Qualora il docente dovesse fare denuncia ed intentare una causa si va a processo e lì può intervenire l’Avvocatura di Stato. Questo però è l’atto terminale, qui occorre capire perché c’è questa escalation di casi e perché la scuola non riesce a tenerli fuori, essendo un simbolo quasi sacrale, intoccabile, quasi come la chiesa a livello sociologico, è un’istituzione. Questo sta venendo meno ed è veramente grave. Si deve andare anche oltre la questione dell’autorevolezza del docente; anche il dirigente è oggetto di aggressioni, a questo punto credo che ci sia una bassezza a livello culturale che sta coinvolgendo tutti”.

Molto, secondo il direttore della Tecnica della Scuola, andrebbe fatto a livello familiare, per prevenire questo tipo di avvenimenti: “Sarebbe bene a questo punto che chi governa prenda in mano la situazione. Qua si tratta di ripartire dai riferimenti della società, che si sta sgretolando e piegando agli istinti più bassi. Per quanto riguarda la scuola si dovrebbe dare più importanza al ruolo dell’insegnante, smetterla con campagne mediatiche che non fanno altro che vanificare il ruolo dei formatori iniziando a pagarli meglio e tutelarli dal punto di vista professionale. Occorre agire anche dal punto di vista delle famiglie, e dovrebbero intervenire anche altri dicasteri. La scuola da sola non può uscire da questo tunnel, non può farsi carico di istruire anche i genitori, ma va affiancata da altri enti. Mettiamoci nei panni della figlia della donna che ha malmenato la docente: proverà imbarazzo ma avrà anche appreso un atteggiamento del genere davanti ad un’ingiustizia. Questo non deve avvenire, se facciamo finta di niente non facciamo altro che far prevalere questi istinti, queste bassezze che si moltiplicheranno nel tempo, non facciamo il bene della società”, ha concluso Giuliani.