Categorie: Politica scolastica

Lo Bello, Confindustria, presenta le 100 proposte sulla “buona scuola”

Le proposte degli industriali partono dall’analisi delle criticità della scuola e dell’università italiane cui manca un collegamento efficace con il mercato del lavoro e un sufficiente livello di orientamento.

Una sfida al Paese sulla formazione che può diventare uno strumento “di sviluppo economico e sociale, di occupazione per i lavoratori e di competitività per le imprese”.

Per Confindustria “la formazione professionale è una “seconda gamba” gracile mentre si investe poco sugli Istituti tecnici “che hanno mostrato di funzionare”. Non solo, ci sono pesanti ritardi sulla digitalizzazione della didattica contestualmente ad un’autonomia scolastica rimasta sulla carta, poca cultura del merito e un’età degli insegnanti che continua a crescere.

Ma prima di tutto, ha sottolineato il vicepresidente di Confindustria, Ivanhoe Lo Bello, “dobbiamo colmare il ritardo in termini di capitale umano e di competenze funzionali del nostro Paese. Abbiamo il tasso di laureati tra i più bassi dei paesi OCSE, non investiamo a sufficienza nel dottorato di ricerca”. Ritardo, ha aggiunto, aggravato “dall’alto tasso di abbandono: i nostri giovani incontrano un sistema scolastico iperselettivo, e non sempre per criteri di merito, che scoraggia il loro impegno nello studio”.

Le linee guida elaborate da Viale dell’Astronomia, ha spiegato, oltre a premiare gli insegnanti, “propongono altre significative innovazioni per il nostro sistema educativo”: dall’inglese curriculare nelle scuole al rafforzamento dell’insegnamento dell’economia. Dal potenziamento dei laboratori, a cui le imprese potranno collaborare, alla mappatura delle competenze che migliorerà il matching tra domanda di lavoro e offerta formativa. Dal sostegno ai “digital makers” alla sperimentazione dell’insegnamento del “code primario” dalle elementari.

”Oggi si sta aprendo una nuova stagione per il nostro sistema educativo – ha sottolineato – premiare gli insegnanti, permettere loro di costruire una carriera personale basata sul merito e sui risultati ottenuti, è un grande salto di civiltà per il nostro Paese”.

 ”Sosteniamo il Governo in questa fase – ha aggiunto – perché’ riteniamo che il 75% del funzionamento della scuola dipenda dalla professionalità degli insegnanti e dal riconoscimento del loro valore, così come succede nei paesi avanzati che hanno fatto dell’Education il cuore dello sviluppo sociale ed economico”.

Secondo Lo Bello, l’esecutivo ”sta mostrando coraggio e non possiamo che collaborare con chi vuole affrontare uno dei mali endemici della nostra scuola: l’egualitarismo cieco che non premia il merito”.  (Asca)

Pasquale Almirante

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