Perché in Italia si parla tanto di autonomia e poi invece le decisioni sono sempre centralizzate?
È quello che sta capitando con la predisposizione dell’organico delle scuole, che legislativamente si chiama “organico dell’autonomia”, e poi invece la decisione è sempre fatta, in via assolutamente gerarchica, dagli uffici scolastici preposti. A lamentarsi di questo fatto e a fare le loro considerazioni, sono i dirigenti scolastici, i sindacati, ma anche gli stessi funzionari degli uffici periferici del Miur. Ma cos’è l’organico dell’autonomia? L’organico dell’autonomia comprende sia il tradizionale organico di diritto che i posti per il potenziamento. Tale organico dovrebbe essere ripartito tra gli ambiti territoriali a seconda del fabbisogno delle scuole e del loro piano triennale dell’offerta formativa.
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Per cui se un dirigente scolastico ha bisogno di una cattedra di matematica e fisica o d’informatica, non dovrebbe vedersi accordato un posto di diritto o di economia aziendale. Invece è proprio quello che sta accadendo in diverse scuole, gli organici che stanno per essere convalidati dagli uffici scolastici provinciali non sono affatto in linea con i veri bisogni richiesti dalle scuole.
Addirittura in alcune scuole sono state assegnate delle classi di concorso che non rientrano nella tipologia dell’indirizzo di studi. Come ad esempio in alcuni licei scientifici si trovano cattedre di discipline pittoriche o di diritto ed economia, classi di concorso che non afferiscono all’indirizzo dello scientifico ordinario.
Poi c’è il caso di un Ds che aveva chiesto potenziamento in italiano e latino, matematica e fisica, scienze e informatica e invece gli sono stati assegnati un posto di scienze motorie, due di disegno e storia dell’arte e un altro di laboratorio di fisica.
Quindi si tratta di un organico dell’autonomia sulla carta. In realtà gli organici servono a soddisfare la domanda delle migliaia di docenti neoassunti nel 2015/2016. Possiamo quindi affermare che non si tratta di un vero e proprio organico dell’autonomia, ma piuttosto di un organico tecnico per evitare gli esuberi e per distribuire sul territorio nazionale, tramite la mobilità interprovinciale, i docenti neoassunti con il piano straordinario di assunzioni. In buona sostanza i dirigenti scolastici subiscono questa sorta di organico tecnico anche per l’anno scolastico 2016/2017.
Per quanto ci risulta, gli uffici scolastici provinciali stanno utilizzando un metro molto rigido per la composizione dell’organico di diritto. Infatti numerosi sono gli accorpamenti delle classi intermedie e le prime classi sono state costituite con il limite massimo numerico consentito. Molta attenzione è stata fatta sulla concessione degli indirizzi specifici d’istruzione, che sono stati concessi solamente in presenza di numeri assolutamente certi. In buona sostanza si tratta di un organico di diritto ridotto all’osso, che non mancherà di creare cattedre orario esterne e soprannumeri, e al contempo di posti di potenziamento concessi in base alle esigenze tecniche e non al fabbisogno delle scuole.
Se tutto questo verrà, come pare sia realmente, confermato dai fatti, allora potremo parlare di “organico centralizzato” e non certo di “organico dell’autonomia”.
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