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lo Ius scholae a 16 anni s’ha da fare, per Tajani spinge i giovani stranieri ad istruirsi. Ma Meloni frena

Deve ancora iniziare la partita sull’approvazione dello Ius scholae, la nuova legge con la quale si vorrebbero rendere cittadini italiani centinaia di migliaia stranieri che 16 anni hanno svolto un ciclo scolastico completo: a smentire la frenata di Fratelli d’Italia e Lega di cui si era parlato nei giorni passati, è stato Antonio Tajani, leader di Forza Italia e primo sostenitore della proposta che prevede la cittadinanza dopo 10 di scuola primaria, medie, biennio superiori.

Sul principio di cittadinanza “non c’è stata alcuna frenata” dalla maggioranza, ha detto Tajani spiegando che i partiti che guidano in questo momento l’Italia non hanno “ancora affrontato il tema”. Al suo arrivo al Domina-Zagarella di Santa Flavia, nel Palermitano, per la convention di Forza Italia, il successore di Silvio Berlusconi alla guida di Forza Italia non si è sottratto alle domande su ius scholae e ius sanguinis, ricordando che il suo partito ha già presentato proposte di legge, e “siamo pronti a discutere con tutti, vogliamo aprire un dibattito”.

L’esigenza dell’apertura al dialogo interno alla maggioranza era stata già espressa da Valentina Aprea, responsabile dipartimento Istruzione di Forza Italia, direttamente alla Tecnica della Scuola solo alcuni giorni fa: “il problema non viene giudicato una priorità dalla maggioranza, ma credo anche che con il giusto tempo e con le giuste ragioni entro questa legislatura il segretario Tajani riuscirà a ottenere questo risultato”, ha sottolineato Aprea.

Secondo Tajani è ora “di mettere ordine perché la cittadinanza italiana è una cosa seria” e “non c’è nessun pericoloso scivolamento a sinistra, nessun scivolamento di debolezza nella lotta all’immigrazione clandestina, noi parliamo soltanto di migranti regolari“, ha sottolineato.

Sul tema, continua il leader di Fi, “il centrodestra non può essere distaccato da questo punto di vista, bisogna essere molto pragmatici: la nostra storia è una storia di integrazione”.

E ha ricordato che “nel nostro Paese ci sono quasi un milione di bambini non italiani che frequentano le nostre scuole”.

“La nostra proposta di legge chiamata Ius Italiae – ha spiegato ancora il vicepremier – è basata sulla serietà e sul fatto che essere cittadino italiano è un valore. Oggi c’è troppo lassismo nella concessione delle cittadinanze per chi vive all’estero e vuole diventare cittadino italiano abbiamo detto: limite il bisnonno, più che sufficiente. Poi”, sempre oggi, “bisogna pagare almeno 600 euro ai Comuni”.

“Noi concediamo la cittadinanza, anche a tante persone, che è sufficiente che abbiano un antenato nato dopo il 1861 e quindi possono diventare italiani per questo – spiega Tajani – allora ci siamo posti una domanda: cosa bisogna fare per diventare cittadini italiani? È giusto e si può diventarlo? Sì, anche se nel momento in cui nasci non hai la cittadinanza italiana”.

Per diventare cittadini italiani oggi, ricorda Tajani, “bisogna conoscere la Costituzione, l’educazione civica, la storia italiana e questo lo si può fare soltanto se si è compiuto, con profitto, il ciclo scolastico della scuola dell’obbligo. Lo si può chiedere anche se si hanno 16 anni. Questo significa spingere i giovani stranieri ad andare a scuola e non andare in mezzo alla strada a spacciare la droga o a fare altre cose. Molto meglio di come funziona oggi, perché basta avere 18 anni. Noi dobbiamo avere dei buoni cittadini, poi non mi interessa dove sono nati e il loro colore della pelle”.

La proposta di anticipo dell’età minima per accedere alla cittadinanza è stata commentata dalla premier Giorgia Meloni, la quale ha detto che “al di là del merito della questione cittadinanza, sulla quale posso condividere alcuni punti della proposta di Forza Italia e non ne condivido invece altri, penso che sia nostra responsabilità dare la priorità agli impegni che ci siamo assunti con il programma di governo”.

“Il problema principale che si trovano ad affrontare i ragazzi di seconda generazione – spiega Meloni nel nuovo libro di Bruno Vespa – sono le complicazioni burocratiche per l’ottenimento della cittadinanza al compimento della maggiore età. Penso che potremmo parlare di questo piuttosto che modificare l’impianto della legge sulla cittadinanza. Dopo di che ne parleremo con gli alleati, come sempre”.

Alessandro Giuliani

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