Uno degli effetti della pandemia è stato l’accordo tra il Ministero dell’Istruzione e il Cnop (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi) che ha dato vita a un protocollo di intesa finalizzato alla creazione di uno sportello di ascolto psicologico dello studente o del genitore per un confronto su un eventuale disagio del figlio. In altre parole, si sfati uno stereotipo: lo sportello di ascolto non è uno sportello di psicoterapia del genitore. Non ci si rivolge allo psicologo a scuola per la propria ansia, quello è un contesto psicoterapeutico.
In ambito scolastico il focus è l’alunno che interagisce nella scuola ed entro le mura domestiche. E in questo contesto il ruolo del genitore è quello di segnalare un problema. Ma che tipo di segnalazioni? Attorno a quali aspetti ruota lo sportello psicologico scuola?
Ecco alcuni casi esemplificativi per lo sportello di ascolto psicologico
- Il bambino ha frequenti mal di testa prima di andare a scuola, che potrebbero essere indizi di bullismo o di un rapporto conflittuale con il docente;
- il bambino mostra difficoltà nella lettura o altro tipo di segnale che potrebbe consentire poi di avviare degli screening per valutare eventuali casi a rischio di disturbo specifico di apprendimento;
- un ragazzino disabile non riesce a beneficiare a sufficienza della formula di didattica inclusiva che gli viene offerta perché il suo caso specifico richiede un intervento specifico e magari un progetto didattico nuovo;
- o ancora, un bambino mostra in ambito domestico preoccupanti ansie da Covid-19, rispetto alle quali i docenti, i genitori e gli esperti potrebbero concordare strategie efficaci di mitigazione o di risoluzione del problema.
Come nasce lo sportello psicologico scuola?
L’Ordine degli psicologi qualche settimana fa si è espresso sulla questione scuole aperte o scuole chiuse, sottolineando che per valutare le due opzioni “non si possono fare solo valutazioni economiche o epidemiologiche, ma queste insieme ad altre,” sostiene il Presidente David Lazzari. “E questo vale soprattutto per le scuole dei più piccoli, dell’infanzia e primarie, che sono fondamentali. Per le esigenze di sviluppo psicologico di quelle età e l’impatto che hanno i vissuti di questa fase nella costruzione della persona adulta.” E continua: “Le decisioni su aperture e chiusure devono tener conto anche di questi aspetti”.