Lo scandalo di un concorso a non-posti in Sicilia

Tra pochi giorni dovrebbe uscire il bando del nuovo concorso a cattedre, una lunga gestazione che partorirà l’ennesimo errore nel calcolo dei posti messi a bando nelle varie classi di concorso e nelle regioni del Sud Italia. Se prendiamo il caso della Sicilia l’Ufficio scolastico regionale dovrà organizzare le commissioni per selezionare 3.841 docenti di posto comune e 268 di sostegno, 4.109 posti messi in palio dal ministero dell’Istruzione per il prossimo triennio 2016/2018.

Come era accaduto per il concorso Profumo, quando con ragione abbiamo denunciato la farsa di un concorso a non-posti per la Sicilia (dopo tre anni di vigenza solo il piano assunzionale ha esaurito i quasi 12 mila posti messi a bando in tutta Italia, di cui 1600 in Sicilia), anche oggi denunciamo la stessa farsa di un concorso per 4109 posti in Sicilia, che nessuna previsione sensata rende plausibile.

Ci chiediamo come si possono prospettare tali numeri per tutte le regioni del sud, ed in particolare in Sicilia, a fronte di un drastico calo dei pensionamenti a causa della riforma Fornero e di una mobilità che in base all’ipotesi di contratto, firmato dai sindacati collaborazionisti, avverrà sul 100% dei posti nell’organico dell’autonomia.
In previsione di una mobilità con massicci ritorni dal Nord Italia al Sud Italia in tutte le classi di concorso, in presenza di graduatorie ad esaurimento ancora consistenti in Sicilia, non possiamo che trovare irresponsabile questo concorso a cattedre che condanna i docenti abilitati ad una prova concorsuale che prospetta attese lunghissime di gran lunga superiori al triennio di vigenza.

Ribadiamo ancora una volta il nostro NO al concorso a cattedra in qualsiasi forma e con qualsiasi bando, pretendiamo che i precari delle Gae, che in questi anni hanno garantito il funzionamento della scuola pubblica statale, siano immessi in ruolo senza alcun passaggio concorsuale, ma per diritto. Chiediamo inoltre che gli abilitati PAS e TFA siano inseriti immediatamente all’interno delle GAE per essere coinvolti in un piano assunzionale che rispetti le abilitazioni acquisite, senza sottoporsi a un’ennesima prova concorsuale.

Basta farse, basta inganni, restituire alla scuola pubblica statale e ai suoi lavoratori dignità !!

I lettori ci scrivono

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