Al sondaggio della Tecnica della Scuola la stragrande maggioranza dei 3.233 rispondenti ha detto no all’uso dello schwa nelle comunicazioni scritte, in controtendenza, ad esempio, con gli alunni del liceo Cavour di Torino che hanno chiesto e ottenuto che nel proprio istituto si usi l’asterisco al posto delle desinenze maschili e femminili. In altre parole, non più “studente”, ma “student*”, non “iscritti”, ma “iscritt*”, non “ragazzi” ma “ragazz*”.
Tra i lettori della Tecnica della Scuola, gli insegnanti a dire no sono l’87,2%, 8 su 10 sono gli studenti e lo stesso risultato lo ritroviamo anche nella categoria altro, che comprende i genitori, il personale Ata e non solo. Insomma, anche tra la stessa generazione zeta (i nati tra la fine degli anni novanta e la fine degli anni duemila) il simbolo dello schwa sembra non convincere, segno che la lingua, per i ragazzi, debba sì essere inclusiva, ma anche assolvere al compito di consentire una comunicazione efficace.
A rispondere al nostro sondaggio, soprattutto insegnanti, che rappresentano quasi la metà dei rispondenti; il 32,8% sono studenti; il 18,8% altri soggetti.
Maggiormente interessato all’argomento, naturalmente, chi studia o lavora o ha un figlio o una figlia nella scuola secondaria di secondo grado. Un tema particolarmente sentito nel nord Italia, da cui proviene il 51,6% di risposte.
Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 3 al 6 dicembre 2021. Hanno partecipato 3.233 soggetti. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.
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