Carissime lettrici, cari lettori
E venne il giorno dello sciopero!
Finalmente i sindacati quasi uniti si destarono dal lungo sonno!
Tutti al cospetto del migliore dei migliori, il sommo Draghi, l’onnipotente Draghi.
Ascolterà la voce dei poveri professori e delle infreddolite professoresse in piazza? Riuscirà a raccogliere la protesta e trasformarla in fattiva collaborazione?
Il governo Draghi che sta pensando di adeguare ulteriormente gli stipendi agli stressati ds, il Draghi che triplica gli stipendi dei poveri sindaci, avrà anche orecchie per la classe “operaia” delle scuole? Le classi pollaio, le fatiscenti strutture, gli stipendi che in Europa annaspano quasi ultimi per peso e qualità vedranno la fine?
Le premesse fanno pensare al peggio.
Del resto anche lo sciopero vede una quota bassa per adesioni, quasi ignorato in primis dai docenti forse ormai troppo disillusi da una politica che li ignora da anni.
Uno sciopero ignorato anche dalla maggior parte dei mass media: al tg1 delle 20 praticamente il nulla, nemmeno una telecamera in piazza, un’intervista, un flash informativo, zero.
E noi docenti che abbiamo scioperato? Avremmo solo fatto un favore a Draghi con la cessione dei nostri 70/80 € da uno stipendio già misero?
Duole dirlo cari colleghi ma credo proprio di si. I precari resteranno tali, i problemi irrisolti, i contratti da firmare, una chimera.
E mentre il governo di San Marino porta tutti in DaD (si! la tanto vituperata DaD!!) noi imperterriti presenzialisti italiani non possiamo che aspettare le vacanze di Natale per uscire per un paio di settimane dall‘inferno della scuola in presenza in tempo di pandemia: mascherine per ore e finestre aperte al gelo per arieggiare i locali.
Dino Bocchetti