Da qualche giorno è iniziato il dibattito intorno alle linee-guida “La buona scuola”. La maggior parte degli interventi riguardano argomenti e aspetti di per sé interessanti ( inclusione, valutazione e responsabilità ) che troverebbero spazio in qualche pubblicazione di pedagogia , ma che al momento lasciano molti miei colleghi e il sottoscritto indifferente.
Spesso questo sentimento è sostituito dalla rabbia, prodotta dalla percezione di una strategia governativa finalizzata al solo contenimento dei costi per l’istruzione. Insomma non riesco ad appassionarmi dietro le parole valutazione, autonomia inclusione, responsabilita , merito… Ho l’impressione che si parli di tutto questo per distogliere l’attenzione dallo “sciroppo amaro” del merito e quindi renderlo meno indigesto. E mi spiego.
Su molti dizionari il merito rimanda al diritto a una ricompensa in proporzione all’impegno e alla qualità dell’obiettivo conseguito.
Ora di tutto questo nel documento “La buona scuola” non c’è traccia. Anzi è significativamente presente la sproporzione tra l’impegno richiesto (acquisizione di crediti didattici, formativi e professionali) e il riconoscimento economico (60€ netti ogni tre anni).
Se venisse formalizzata questa relazione asimmetrica (impegno/riconoscimento), allora si consegnerebbe definitivamente il docente a un profilo a basso tasso professionale, caratterizzato dal volontariato e dalla gratuità o quasi della prestazione lavorativa.
Con l’aggravante di non ricevere integrazioni contrattuali il contratto nazionale rimarrà bloccato almeno fino al 2020, chissà poi…) o risorse aggiuntive per anzianità (gli scatti verranno aboliti).
Purtroppo questo profilo è già presente nella scuola, attraverso le tant e attività di colleghi che decidono di “impegnare” il loro tempo a scuola a fronte di un riconoscimento economico non adeguato.
Ora, questa tendenza all’impegno quasi gratuito è ben conosciuto “ ai piani alti” di Viale Trastevere. Il documento “ La buona scuola” non fa altro che formalizzare ulteriormente questo profilo. E di questo siamo responsabili anche noi docenti.
Essere insegnante significa guidare gli alunni con empatia e pazienza, costruendo un rapporto di fiducia.…
Parma sarà la Capitale europea dei giovani per il 2027, così come ha decretato l’European youth…
Proprio ieri all’università La Sapienza di Roma scontri tra Collettivi studenteschi, che si definiscono autonomi di…
Come abbiamo scritto, è tornato il Black Friday, l'occasione più propizia dell'anno per approfittare di…
I docenti di sostegno senza abilitazione affrontano sfide complesse, ma è possibile svolgere al meglio…
Il decreto ministeriale n. 66 del 2023 ha destinato 450 milioni di euro a favore…