L’Adi riporta l’esperienza del docente americano in Finlandia, il cui primo shock l’ha avuto entrando in una 5^ primaria della scuola pubblica finlandese.
“Un capovolgimento totale della mia impostazione pedagogica, della mia mentalità di insegnante americano. Le scuole finlandesi organizzano l’insegnamento in blocchi orari di 45 minuti di lezione, ciascuna seguita da 15 minuti di intervallo. Gli studenti non hanno quasi mai due lezioni consecutive senza intervallo e, nella scuola primaria, gli intervalli si svolgono all’esterno, all’aperto, sia che ci sia il sole sia che piova.
Durante la mia prima settimana di insegnamento non riuscivo a capire e ad adattarmi a questa organizzazione. Programmavo lezioni consecutive in modo da dare ai miei alunni meno intervalli, ma più lunghi. Nel bel mezzo di una lezione uno dei miei allievi mi ha detto: “Sento che sto per scoppiare. Quand’è che facciamo l’intervallo?” Questa frase ha segnato una svolta per me. Da quel momento ho cambiato il modo di organizzare le lezioni e ho cominciato a notare che gli studenti erano più freschi quando tornavano in classe dopo questi intervalli brevi ma frequenti. Gli intervalli aiutano i bambini a tenere il ritmo”.
Negli Usa, scrive il docente americano, “dovevo costringere i miei alunni a lavorare anche quando avrebbero voluto fare altro. Ora sono assolutamente convinto che intervalli regolari aiutino gli studenti a tenere un giusto equilibrio e a mantenersi freschi per tutto il giorno”.
Ma questi intervalli non “rinfrescavano” solo gli studenti, servivano anche per ricaricare i professori che si riunivano in sala insegnanti a bere un caffè e chiacchierare.
“I colleghi finlandesi mi hanno insegnato”, continua l’insegnante americano, “che le pause consentono agli insegnanti di essere più efficaci. Mi hanno spiegato che l’insegnamento è una maratona, non è uno sprint di 100 metri. E’ importante rallentare, in modo da poter completare con successo la corsa che dura un intero anno scolastico. Qui in Finlandia distogliermi regolarmente dal lavoro mi ha aiutato ad essere un insegnante migliore”.
E ancora scrive a proposito delle regole: “durante la mia prima settimana di scuola mi sono reso conto che gli alunni si muovevano autonomamente da una classe all’altra fin dal primo anno della primaria. Inoltre quasi tutti gli alunni di questa scuola pubblica finlandese ( che copre dalla prima alla nona classe, cioè tutto l’obbligo) vengono a scuola da soli. I bambini finlandesi appaiano molto più autonomi di quelli americani, non è che possiedano il “gene dell’autonomia”. Il fatto è che loro hanno, a scuola e a casa, molte più opportunità di fare le cose da soli senza essere continuamente controllati ed aiutati”.
L’insegnamento ricevuto da questa esperienza finlandese? Dare agli studenti più opportunità di lavorare senza aiuto, dare a tutti molta più autonomia di “tuffarsi” da soli nelle cose da fare.
Conclude il prof americano: “Ora ho più consapevolezza rispetto ai diversi modi in cui si può organizzare la giornata scolastica, quali sono i giusti ritmi da seguire per ottenere migliori risultati in termini di benessere e di apprendimento”.
Cos’è lo Spaced Learning? Secondo questa impostazione dopo 15-20 minuti di lezione occorre fare un intervallo, se si vuole che si generi la memoria a lungo termine. Lo Spaced Learning fornisce anche indicazioni su come strutturare il tempo di un’intera lezione.
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