Per migliorare le abitudini alimentari dei nostri ragazzi non basta collocare nei corridoi delle scuole dei distributori automatici con alimenti meno ipercalorici e decisamente più sani: è importante, invece, che negli istituti si organizzino momenti di incontro e discussione per convincere con consapevolezza i giovani a cambiare dieta. A questa conclusione sono giunti i promotori del progetto sperimentale di educazione alimentare “Frutta snack”, che ha coinvolto 1.975 classi di 82 scuole medie-superiori e 43.500 studenti nell’arco degli ultimi sei mesi.
Gli operatori sono riusciti a “stuzzicare” l’interesse degli studenti solo a seguito di una serie di azioni di educazione alimentare: come i focus group, ma anche la distribuzione di materiale informativo-educativo, degustazioni, questionari distribuiti a campione, indagini sulle abitudini alimentari dei giovani in età scolare, incontri formativi e animazioni. Per dissuaderli dall’abuso di merendine e patatine sono stati anche attivati accattivanti concorsi attraverso i quali i ragazzi hanno comunicato ai coetanei l’importanza del consumo di frutta e verdura.
Avviato finora solo (dalle rispettive Regioni) a Roma, Bari e Bologna, in collaborazione con il Ministero della salute, il Miur, gli uffici scolastici regionali, la consulenza scientifica dell’Università “La Sapienza di Roma” e dell’Istituto di Psicologia dell’Università di Bologna, il progetto è minacciato ora dalla scarsità dei fondi, che mette un’ipoteca sulla possibilità di un proseguimento dell’esperienza.
Avviato finora solo (dalle rispettive Regioni) a Roma, Bari e Bologna, in collaborazione con il Ministero della salute, il Miur, gli uffici scolastici regionali, la consulenza scientifica dell’Università “La Sapienza di Roma” e dell’Istituto di Psicologia dell’Università di Bologna, il progetto è minacciato ora dalla scarsità dei fondi, che mette un’ipoteca sulla possibilità di un proseguimento dell’esperienza.
Diversi istituti si sono attivati autonomamente infatti per continuare ad avere nei propri spazi un distributore automatico ma, se il progetto non sarà finanziato, mancherà l’aspetto del sostegno educativo.
Gli insegnanti, dal canto loro, hanno chiesto la prosecuzione dell’esperienza anche per i prossimi anni, poichè si tratta di un progetto educativo, seppur valido, richiede tempo per indurre modifiche stabili nei comportamenti. Ed hanno chiesto anche piu’ distributori automatici, maggiori varieta’ di frutta, un potenziamento della comunicazione ed un maggiore coinvolgimento dei produttori e dei genitori. Dall’esperienza emergono, intanto, una serie di indicazioni sulle scelte dei ragazzi. Sulla base delle scelte effettuate ai distributori, infatti, emerge che gli studenti preferiscono la macedonia di frutta fresca (l’ha scelta il 51,3%), seguita dalle mele fresche a fette (11,7%), le mele a fette essiccate (11,3%), lo yogurt alla frutta da bere (8,9%), la confezione di frutta secca (7,8%), i succhi di frutta al 100% senza zuccheri (5%), la passata di frutta senza zucchero (4%). Tutte indicazioni utili a rimodellare i distributori di cibi sani del futuro. Fondi permettendo.
Gli insegnanti, dal canto loro, hanno chiesto la prosecuzione dell’esperienza anche per i prossimi anni, poichè si tratta di un progetto educativo, seppur valido, richiede tempo per indurre modifiche stabili nei comportamenti. Ed hanno chiesto anche piu’ distributori automatici, maggiori varieta’ di frutta, un potenziamento della comunicazione ed un maggiore coinvolgimento dei produttori e dei genitori. Dall’esperienza emergono, intanto, una serie di indicazioni sulle scelte dei ragazzi. Sulla base delle scelte effettuate ai distributori, infatti, emerge che gli studenti preferiscono la macedonia di frutta fresca (l’ha scelta il 51,3%), seguita dalle mele fresche a fette (11,7%), le mele a fette essiccate (11,3%), lo yogurt alla frutta da bere (8,9%), la confezione di frutta secca (7,8%), i succhi di frutta al 100% senza zuccheri (5%), la passata di frutta senza zucchero (4%). Tutte indicazioni utili a rimodellare i distributori di cibi sani del futuro. Fondi permettendo.