In tutti questi anni gli insegnanti se avessero voluto, avrebbero avuto modo di boicottare reiteratamente le prove Invalsi così da renderle meno invasive all’interno delle scuole.
Molte sono state le parole contro queste prove, si sono coniate parole come “Invalsicomio”, ma pochissime sono state le azioni per contrastarle, nel concreto la partecipazione agli scioperi dei Cobas è stata solo di pochi militanti e, visto le percentuali dei partecipanti, sono stati scioperi poco significativi.
In pratica, ora, il sistema delle prove Invalsi è entrato in pieno nel processo di apprendimento e di valutazione, stravolgendo completamente la didattica; anche i libri di testo si sono ormai dovuti adeguare.
Inutile dire il volume di affari e il giro di interessi che hanno ruotato e ruotono tuttavia intorno al cosiddetto carrozzone Invalsi, nel 2023 sono stati spesi oltre 400 milioni di euro (ultimo dato in nostro possesso).
Io credo che le prove andassero somministrate a campione e avrebbero dovuto avere il solo fine di diversificare i finanziamenti ministeriali alle scuole in ragione dei loro bisogni educativi differenti da scuola a scuola. Invece si preferisce fare parti uguali tra disuguali, processo che si accentuerà con l’autonomia differenziata di cui gli insegnanti non parlano ma presto ne vedranno gli effetti nefasti.
Comunque le prove invalsi non sarebbero mai dovute entrare a far parte delle prove di esame della scuola secondaria di primo e di secondo grado oggi invece sono richieste per partecipare agli esami.
Ecco credo che con una lunga lotta ci sarebbero stati dei risultati significativi nell’ottica dell’annullamento ovvero nel ridimensionamento anche con l’appoggio dei sindacati di categoria rappresentativi che ad eccezione dei Cobas, sull’Invalsi si sono disinteressati anzi qualcuno ha condiviso le prove e le ha pure sostenute. Ma si sa gli insegnanti da anni ormai hanno scelto di non lottare e non scioperare.
La cosa buffa è che le prove Invalsi così costose per lo Stato, cioè per tutti noi, non servano a niente, salvo, una volta avuti i risultati dal Presidente dell’Invalsi, questi saranno utilizzati dal Ministro pro tempore per dichiarazioni alla stampa, ma ogni anno il contenuto dei comunicati è sempre lo stesso e cioè che i risultati sono diversi tra Nord e Sud e che le scuole funzionano meglio al Nord che al Sud.
E che si fa? Nulla. Si sprecano soldi per le prove Invalsi, i cui risultati non si sa a cosa servano davvero ma soprattutto non cambia nulla.
Fratelli d’Italia in campagna elettorale (cfr. Ella Bucalo) avevano detto di voler abolire una volta al Governo le prove Invalsi, evidentemente ora che sono al Governo con Lega e FI, hanno cambiato idea.
Libero Tassella SBC
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