Poveri insegnanti , sono profondamente delusi, demotivati e soprattutto mortificati da una società che non li considera in modo adeguato e che non riconosce l’importanza del loro ruolo professionale. Malpagati, stressati, giudicati severamente da studenti e famiglie, redarguiti come fossero dei bambini monelli dai propri dirigenti, gli insegnanti si ritrovano sul banco degli imputati , additati come principali colpevoli dello sfacelo della scuola pubblica italiana.
La figura professionale del docente è purtroppo fortemente sottostimata, tanto da essere considerata in alcuni casi come un vero e proprio ectoplasma che denota tutta la sua inconsistenza, sia nei confronti di studenti, famiglie e sia di fronte ad una figura “imponente” che è quella del dirigente scolastico.
Gli insegnanti hanno perso potere contrattuale sia dal punto di vista giuridico che da quello economico. Il contratto della scuola è fermo al 2006 anno in cui risale l’ultimo rinnovo economico degno di nota, sono passati otto anni e il potere d’acquisto durante questi venti di crisi si è profondamente ridotto. Poveri insegnanti che disdetta! Senza rinnovo del contratto e con un ministro dell’Istruzione che minaccia di metterli in castigo se non dimostrano di essere bravi e produttivi. Eppure gli insegnanti vorrebbero avere una maggiore considerazione da parte dell’opinione pubblica e soprattutto chiedono di essere retribuiti più adeguatamente. Un’ immagine quella del docente di oggi che trova perfetta assonanza con un ritornello di una celebre canzone : “Se potessi avere mille lire al mese”. Infatti c’è un passaggio di questa canzonetta che fa: “che disperazione, che delusione dover campar, sempre in disdetta, sempre in bolletta! Se potessi avere mille lire al mese, senza esagerare, sarei certo di trovar tutta la felicità!”.
Oggi lo sostiene anche il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini c’è bisogno di rivalutare il ruolo professionale dell’insegnante, garantendo maggiori opportunità di aggiornamento e formazione ma poi anche un forte adeguamento economico del loro stipendio. Il responsabile del Miur ipotizza anche una cifra tonda, parla di 2000 euro al mese. Gli insegnanti ne sarebbero felicissimi e canterebbero tutti in coro : ” Se potessi avere 2000 euro al mese, troverei tutta la felicità!”. Lo abbiamo già detto in altre occasioni e continuiamo a sostenerlo, per costruire un sistema scolastico che funzioni e sia di qualità, bisogna porre cura e attenzione al ruolo del docente , riabilitandolo dal punto di vista sociale ed economico. Questa sarebbe la mossa giusta per fare ripartire la scuola. Un insegnante motivato, ben retribuito e che abbia la considerazione sociale dovuta, è il presupposto necessario per innalzare il livello della qualità dell’insegnamento. Attendiamo di vedere il ministro all’esame dei fatti, quando presenterà la sua piattaforma di rinnovo del contratto della scuola. Chissà se per i docenti è arrivato il momento della felicità o se invece, come maliziosamente qualcuno pensa, si continuerà a perseverare con la politica della destrutturazione contrattuale e dell’indebolimento del ruolo docente? Il 25 maggio non è lontano e dopo tutto sarà più chiaro.
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