Quando lo scorso mese di luglio la polizia di Treviso pose fine a una lunga serie di incendi ad auto in sosta arrestando un giovane di 22 anni, in molti pensarono che nel compiere quegli atti il ragazzo avesse un complice: il “palo”, si scopre oggi, era un suo insegnante.
Ad incastrare il professore, di grafica, sarebbero state immagini che i due si scambiavano attraverso le chat per documentare le rispettive gesta di teppismo.
Il docente, un palermitano di 23 anni assunto in una scuola privata di Treviso per tenere lezioni di grafica a studenti ripetenti, è finito agli arresti domiciliari.
Secondo l’accusa, scrive l’Ansa, i veicoli in sosta venivano dati alle fiamme solitamente imbevendo della carta ovattata con combustibile ordinario, in genere alcol, poi innescato con un accendino.
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