In poche ora diventa virale il video che narra la breve ma significativa conversazione tra il professor Vincenzo Pinto, ordinario di diritto commerciale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa, e uno studente lavoratore, che entra nella piattaforma online dell’ateneo toscano per sostenere un esame. Fin qui nulla di insolito, cose che accadono ormai da tredici mesi in tutto il mondo. Ciò che ha fatto balzare l’episodio agli onori dei social per arrivare poi su numerose testate è che lo studente intendeva svolgere la prova orale di diritto commerciale mentre era nel turno di lavoro. E se anche questo può apparire quanto meno insolito, ma niente affatto raro, la storia è diventata popolare perché lo studente è un autista della compagnia di trasporti toscana Ctt Nord e, mascherina sul volto, auricolari nelle orecchie e mani ben salde al volante di un autobus, ha annunciato al professor Pinto la sua presenza in streaming.
È qui che la situazione si è fatta perlomeno interessante e ha sollecitato le riflessioni in rete, infatti il docente ha chiesto piuttosto sorpreso ma lei sta guidando un autobus? l’uomo, 40 anni, ha risposto con estrema naturalezza in modo affermativo e da lì la replica di Pinto Come faccio a farle fare l’esame mentre guida, poi si distrae e mi sento responsabile? E ha poi aggiunto c’è scritto dappertutto di non parlare all’autista, c’è scritto proprio lì vicino. Io come faccio a farle l’esame in queste condizioni? Proprio non me la sento.
La vicenda si è poi conclusa con un accordo tra l’autista studente e l’ordinario pisano, che ha proposto di far svolgere l’esame al termine del turno di guida.
La compagnia di trasporti Livornese, per la quale lo studente lavoratore guida gli autobus cittadini, ha già intrapreso un’azione disciplinare contro l’uomo, colpevole secondo l’azienda di voler fare a tutti i costi un esame online, non rispettando così le regole di scurezza per chi lavora nel trasporto pubblico. A quanto è dato sapere invece la posizione dell’Università di Pisa è stata morbida e l’autista ha poi sostenuto l’esame alle 14 al termine del turno.
Tutto e bene quel che finisce bene verrebbe da commentare, mentre sul web partendo dal canale YouTube Raccolta Differenziata volano i commenti tra il serio e il faceto, tra l’irritato e persino scandalizzato.
Quella narrata è una storia che fa riflettere e si inquadra in un contesto che ancora oggi, dopo oltre un anno, crea le condizioni per situazioni, forse estreme, come quella narrata. E solleva, tra le altre questioni di comportamento pubblico e responsabilità. È noto, per esempio, il dibattito su quali siano le corrette modalità di svolgimento di prove online, che sin dalla sessione estiva del 2020 ha sollecitato gli atenei a dotarsi di regolamenti, ma anche di software specifici per monitorare la correttezza formale delle prove.
Sono in molti gli atenei ad essersi dotati dell’e-Proctoring, un sistema basato sull’intelligenza artificiale che automaticamente controlla lo svolgimento delle prove scritte e il comportamento degli studenti, che hanno comunque l’obbligo di attivare la webcam, e che consente anche di rintracciare in tempo quali programmi vengono avviati sul dispositivo dello studente o addirittura li bloccano completamente. Il software produce un report finale in cui un algoritmo indica i possibili casi sospetti di copiature, permettendo così al docente di avere a colpo d’occhio il quadro generale.
Se dal punto di vista degli atenei si tratta di una buona soluzione, non sono del tutto d’accordo gli studenti. Ricordiamo lo scorso gennaio la protesta di quelli dell’Università di Torino che si sentivano spiati.
Si tratta di sistemi abbastanza invasivi, hanno commentato l’Informatico dell’Università di Torino, Guido Boella, e l’ordinario di Sistemi Informativi Aziendali del Politecnico, Fulvio Corno sulla stampa nazionale quando si è palesata la protesta degli universitari piemontesi. Esiste inoltre la questione della privacy e anche in questo caso una possibile risposta arriva dal Politecnico di Torino da noi i dati e le immagini raccolte durante gli esami dal programma sono salvati nei server dell’ateneo e gestiti con tutte le cautele del caso.
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