La prestazione del neo ministro Lucia Azzolina nella prova d’informatica del concorso per dirigente scolastico è stigmatizzata sulla stampa e sui social.
Si tratta di un giudizio affrettato e superficiale, teso al discredito, miope. Se correttamente analizzata, l’assoluta negatività della prova d’esame, appare come elemento meritorio.
Vediamo perché.
L’orale del concorso prevedeva: “La capacità di risolvere un caso riguardante la funzione del dirigente scolastico”; “Una verifica della conoscenza degli strumenti informatici e delle tecnologie della comunicazione normalmente in uso presso le istituzioni scolastiche”; “La conoscenza di una lingua straniera”.
Un commentatore non prevenuto avrebbe rilevato che, per colmare l’assoluta negatività di una prova, è necessaria un’eccellente prestazione nelle altre fasi del colloquio: l’esame si è concluso positivamente.
Entrando nel merito dell’indagine d’esame.
L’informatica è una disciplina che si colloca tra i problemi e le risorse tecnologiche.
La comunicazione con l’esecutore (la programmazione) è il momento conclusivo che non qualifica i processi d’automazione. Essa consiste nell’applicazione di regole.
Il ministero ha dimostrato, quando ha specificato l’ambito su cui il colloquio d’esame doveva essere gestito, di non saper distinguere la scienza dalla tecnica.
Speriamo che Lucia Azzolina utilizzi le sue doti speculative per adattare la nostra scuola al mondo contemporaneo.
Enrico Maranzana