I lettori ci scrivono

L’obbligo vaccinale mina la credibilità dei docenti

Sono un’insegnante (vaccinata) di scuola secondaria. Vorrei condividere alcune riflessioni riguardo all’obbligo vaccinale per noi docenti. Questa decisione, unica in Europa, mi ha lasciata   amareggiata e delusa, non solo come insegnante, ma come persona.

Invece di scegliere la strada della fiducia, dell’educazione e della responsabilità si è scelta quella dell’imposizione e del ricatto. Una strada che mina la credibilità ed il valore di noi insegnanti.
Una decisione senza confronto, presa, ancora una volta, senza ascoltare la nostra categoria, che è in gran parte contraria. Non  certo contraria alla vaccinazione, ma all’obbligo.

Noi docenti, nella difficile circostanza della pandemia, abbiamo dato prova di grande senso di responsabilità: oltre ad esserci vaccinati numerosissimi, abbiamo sofferto e lottato sul campo, per offrire il meglio ai nostri allievi e garantire comunque il funzionamento della scuola, in condizioni assolutamente inaccettabili durante una pandemia (classi numerose, mancanza di spazi adeguati, di sostituzioni). Abbiamo faticato non poco a fare le nostre lezioni con la mascherina, facendo rispettare a tutti le nuove regole e non senza incontrare opposizioni. Ci siamo messi a studiare ed abbiamo rivisto il nostro modo di lavorare per adeguarci alla DAD; e tutti i colleghi sanno quanto è costato in termini di tempo, salute e qualità della vita personale e familiare.

E ora, con una campagna in cui non si può non percepire sfiducia e svalutazione della nostra categoria, in cui le sanzioni per gli inadempienti vengono rimarcate, siamo visti come gli “untori” della scuola. Da punire con la sospensione dello stipendio se non ci adeguiamo a quello che è ritenuto il modo per sconfiggere il virus nelle classi.
La natura discriminatoria del provvedimento non è controbilanciata da una sua efficacia in termini di diffusione del contagio. Chi ha ideato questa misura non ha ben presente la vita di classe a scuola: un docente (vaccinato o tamponato e sempre mascherato ed igienizzato) a fronte di 25-30 allievi che hanno a disposizione spazi insufficienti ed aria viziata, e che spesso faticano a rispettare le regole. Non bastavano per noi alte percentuali di vaccinati, tamponi e mascherine? Troppa fiducia??

Questo è anche un modo per distogliere l’attenzione da tutto quello che non è stato fatto per il bene della Nostra Scuola e dell’insegnamento in presenza, scaricando ancora una volta la responsabilità sulle spalle di noi docenti.
Il vaccino deve essere una bella opportunità che ci è offerta, non un obbligo cui sottostare per poter lavorare. Perchè se l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, non mi sento obbligata solo come lavoratrice, ma come cittadina, come persona. E come tale anche discriminata rispetta ad altre categorie lavorative.

Senza confronto e collaborazione con gli insegnanti la scuola non potrà mai essere quel luogo di creazione di futuri cittadini rispettosi di tutti e fiduciosi verso i loro professori e verso il loro prossimo.

Lettera firmata

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