Il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, ha voluto precisare che la variante Omicron ha tempi di incubazione rapidi e di raddoppio del numero dei soggetti che vengono a essere infettati, quindi una contagiosità marcatamente superiore rispetto alla Delta. Secondo alcuni studi, addirittura, avrebbe una contagiosità di 5 volte superiore rispetto alla Delta“.
“Dobbiamo quindi proteggerci – continua – anche perché abbiamo sia gli strumenti, i vaccini, sia le evidenze che ci indicano chiaramente che i vaccini ci proteggono dal rischio di sviluppare una malattia grave. La dose booster incrementa l’efficacia vaccinale, quindi la protezione, del 93% rispetto alla malattia grave e del 75% rispetto al rischio di contagiarsi”.
“Se si fa un paragone rispetto allo stesso giorno dello scorso anno, pur a fronte di un terzo del numero dei contagi che c’era, il numero delle persone decedute era superiore di 3 volte abbondantemente rispetto a quello delle persone che ancora perdono la vita. Oggi già 16,5 milioni di nostri connazionali hanno ricevuto la dose di richiamo. Il 70% degli ultra ottantenni ha ricevuto la dose booster: rispettivamente il 53%, 43%, 33% nelle fasce 70/79, 60/69, 50/59. Gli italiani hanno capito l’importanza della dose booster. I vaccini rappresentano lo strumento più efficiente per prevenire lo sviluppo di malattia grave. Non illudiamoci sul fatto che determinate strategie terapeutiche come gli anticorpi monoclonali possano dare protezione rispetto alla variante Omicron: la loro efficacia è marcatamente ridotta”.
“Anche il ragionamento che ogni tanto si sente che questa variante Omicron sarebbe connotata da minore capacità di indurre patologia grave è a mio parere attribuibile a quella protezione conferita dai vaccini, alle popolazioni di memoria del nostro sistema immunitario. Ribadisco ancora una volta l’importanza della vaccinazione e rivolgo un appello accorato perché la quota di soggetti che si sottopongono al ciclo di vaccinazione primario e alla dose di richiamo sia sempre più elevata”.
Per altro verso, il prof Alberto Zangrillo su Tweet se la prende contro gli scienziati e i giornalisti “innamorati del covid 19”. Il primario del reparto Anestesia e rianimazione del San Raffaele di Milano, critica l’approccio di esperti e media nella gestione dell’epidemia covid, in particolare in relazione alla variante Omicron. “Quando il Paese sarà irrimediabilmente distrutto ne chiederemo ragione agli ‘scienziati’ e ai ‘giornalisti innamorati del covid 19′”, scrive Zangrillo, che utilizza l’hashtag #paranoia.
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