L’emergenza sanitaria ha mutato il contesto di vita di bambini e ragazzi, portando alla chiusura delle scuole da fine febbraio fino alla conclusione dell’anno scolastico e all’introduzione della Didattica a Distanza (DaD), il confinamento nelle proprie case, l’impossibilità di avere contatti in presenza con i propri pari e la sospensione di tutte le attività extrascolastiche.
Da questa constatazione parte #prima i bambini, il rapporto presentato da Telefono Azzurro in occasione della Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Fattori di stress quali la durata prolungata dell’emergenza, la paura di infezioni, la frustrazione e la noia, l’informazione inadeguata, la mancanza di contatti personali con compagni di classe, amici e insegnanti, la mancanza di spazio personale a casa e le difficoltà finanziarie della famiglia possono avere conseguenze negative e durature su bambini e adolescenti.
Alterazioni dell’umore e ansia sono tra i disturbi più comuni e frequenti sviluppati da bambini e ragazzi. La mancanza, più o meno significativa, delle routines ha provocato dei cambiamenti a livello comportamentale (25%), percentuale che cresce al 36% nei genitori con figli tra i 3 e i 5 anni, i quali hanno riportato una variazione nel ritmo sonno veglia. Un genitore su 10 ha poi notato un cambiamento nelle abitudini alimentari dei figli. Inoltre, molti genitori hanno riscontrato nei figli un senso di disinteresse per le attività quotidiane.
Inoltre emerge come, a parere dei genitori, i diritti meno garantiti per i bambini e gli adolescenti durante la pandemia siano, in particolare, il diritto all’istruzione, il diritto al gioco e al tempo libero, il diritto alla tutela e alla sicurezza nel web, il diritto allo sviluppo e alla salute – anche mentale – e il diritto ad avere opportunità nonostante il reddito.
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