Lombardia e Friuli: sindacato contro DS, Margherita e Rifondazione
Le ultime iniziativa di qualche Regione del nord in campo scolastico stanno creando un caso politico dietro l’altro. Cgil-Flc (ma non solo) lancia l’allarme di incostituzionalità e fra gli accusati ci sono tutti: dal ciellino di Forza Italia Formigoni, governatore della Lombardia, fino al moderatissimo governatore del Friuli Riccardo Illy e al rifondazionista Roberto Antonaz, assessore all’istruzione del Friuli. Tutti rei di aver approvato leggi regionali in applicazione del titolo V della Costituzione ma di non averle concordate e discusse con le parti sociali.
Clamoroso è il caso del Friuli dove è stata approvata (per volontà dell’assessore di Rifondazione Comunista Antonaz) una legge che valorizza l’uso della lingua friuliana nella scuola, dall’infanzia fino alle superiori.
Sotto accusa è in particolare un passaggio della legge: “nelle scuole elementari e nelle scuole secondarie di primo grado è previsto l’uso anche della lingua della minoranza come strumento di insegnamento”; e così c’è chi ironizza, come Cgil-Flc, sul fatto che si voglia incentivare l’uso veicolare del friulano per insegnare la chimica piuttosto che la filosofia. Consiglieri e assessori cercano di chiarire, ma la Flc, per bocca del segretario triestino Franco Belci, insiste: “La possibilità di disciplinare l’utilizzo veicolare della lingua minoritaria è competenza dello Stato. Di qui il possibile rischio di incostituzionalità”.
Più complessa, anche sul piano politico, la vicenda della legge regionale sul sistema di istruzione approvata in piena estate dalla Lombardia.
Anche perchè Formigoni ha avuto la capacità di far approvare il provvedimento con pochi voti contrari e con l’astensione di gran parte dei consiglieri diessini e della Margherita.
Il fatto è che la legge lombarda riapre la possibilità di assolvere l’obbligo scolastico nei percorsi della formazione professionale e si parla anche apertamente di gestione del personale da parte della Regione.
Cgil-Flc è insorta e con una lettera aperta sta chiedendo al Governo di portare il problema davanti alla Corte Costituzionale.
Se davvero l’alta Corte dovesse occuparsi dei casi Lombardia e Friuli non sarebbe neanche un male: finalmente sapremmo quale debba essere la corretta interpretazione del titolo V della Costituzione.
D’altronde agli inizi del 2005 già la Toscana aveva approvato, con il consenso delle organizzazioni sindacali, una legge che prevede la gestione del personale da parte della Regione: a questo punto un po’ di chiarezza non guasterebbe davvero.