Mal comune mezzo gaudio, recita un vecchio adagio: i docenti italiani si lamentano per la scarsa considerazione nella scala sociale ed in quella degli stipendi. Ma ecco che dal Regno Unito giungono notizie che sicuramente li fanno sentire meno incompresi e abbandonati dallo Stato: anche sopra la Manica la categoria degli insegnanti sembrerebbe infatti relegata ad un ruolo tutt’altro che centrale per lo sviluppo dei giovani e della società. Secondo i risultati di una ricerca condotta dalla rivista “Nursery world” risulta addirittura che anche fare la baby-sitter a Londra è più redditizio piuttosto che intraprendere la carriera dell’insegnante, quantomeno per i primi anni dietro la cattedra.
Numeri alla mano, il raffronto non lascia spazio a troppi equivoci o interpretazioni di sorta: nel centro della capitale inglese, dove la figura della tata è notoriamente considerata rilevante per l’equilibrio delle famiglie-bene, il salario medio di una baby-sitter è infatti di 40mila euro lordi l’anno, con picchi di 58mila. Solo se la tata riceve vitto e alloggio, lo stipendio scende a 31.250 euro: poco meno di un’insegnante inglese ad inizio mandato, che in media porta a casa 34.800 euro annui, ma deve senza dubbio preoccuparsi di vitto e alloggio. Fuori Londra le tariffe cambiano sensibilmente e una “nanny” che gode di vitto e alloggio dichiara in media 24.500 euro: che più o meno equivale allo stipendio annuale lordo di un docente italiano entrato in ruolo da poco. Mal comune…