Valutare, valutare, valutare è il ritornello che ridonda nelle riflessioni di quanti parlano e scrivono di scuola.
“Tutto ciò che si fa a scuola viene progettato, perseguito, rilevato, misurato e deve essere quindi valutato” è la tipica apertura delle disquisizioni che, trascurando le condizioni elencate nella premessa, si concentrano sulla conclusione, sul quindi.
Una scelta dal significato univoco: non bisogna mettere il naso nel lavoro degli insegnanti.
Eppure l’assunto disegna la piramide decisionale: mostra l’ambito entro cui le diverse azioni elencate acquisiscono significato.
Dal suo confronto con l’ordinaria gestione delle scuole traspaiono le annose magagne del sistema scolastico italiano e, in particolare, l’elusione della “sostanza” della norma sull’autonomia scolastica.
Per perseguire le finalità istituzionali si deve cominciare con l’elencazione delle competenze generali: si specificano i comportamenti che faciliteranno l’ingresso dei giovani in società.
I regolamenti di riordino del 2010 ne forniscono un esempio: “Saper sostenere una propria tesi, saper ascoltare e valutare criticamente le argomentazioni altrui”, “curare l’esposizione orale e saperla adeguare ai diversi contesti”, “padroneggiandone le procedure e i metodi di indagine” … (progettazione formativa).
Si deve proseguire identificando le capacità sottese alle competenze generali: argomentare, comunicare, discernere, ipotizzare, modellare … e formulare strategie per il relativo conseguimento (progettazione educativa).
Successivamente si deve affrontare il coordinamento didattico: s’ipotizzano itinerari, nota la tipologia della classe di riferimento, convergenti verso le mete educative (progettazione dell’istruzione).
La progettazione dell’insegnamento chiude la piramide decisionale: i traguardi comuni e la trasmissione di una corretta immagine della disciplina sono il suo scopo.
Un’ulteriore scorrettezza vizia le riflessioni sul valutare: riguarda la limitazione del suo significato.
La valutazione è rapportata esclusivamente alle prestazioni dei singoli studenti.
La trasgressione del dettato del TU del 94 è occultata; si tace sulla visione a sistema della scuola e non si fa cenno alla mancata applicazione del feed-back [art. 7 lettera d)].
Enrico Maranzana
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