L’assessore alla Salute della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco, in un’intervista dalla Stampa, ha affermato: “Ora anche quelli che dicevano che la scuola è sicura e non è un luogo di contagio cominciano a tentennare o a ricredersi. Bisogna prendere atto che, con questo quadro epidemiologico, e con l’impatto delle varianti, insistere sulle lezioni in classe è troppo rischioso”.
E non solo, sembra pure che anche gli esperti del comitato tecnico scientifico nazionale (Cts) siano convinti della sua tesi. E infatti dichiara: “Mi sembra abbiano dato un’indicazione di buon senso. Fissare una determinata soglia di incidenza dei contagi, a prescindere dal colore, oltre la quale debba scattare lo stop alla didattica in presenza, è un passo avanti. Non bisogna rincorrere il virus e aspettare di finire in zona rossa per puntare sulla didattica a distanza (Dad), noi l’abbiamo fatto pur essendo in giallo”.
“Basta un po’ di buon senso e un minimo di esperienza epidemiologica per capirlo: criticità irrisolte all’interno delle scuole, nonostante i protocolli sanitari, scarsa attenzione all’igiene di bambini e ragazzi, servizio mensa, uso disinvolto delle mascherine. E poi il fattore di rischio principale: la mobilità legata alla scuola, milioni di persone ogni giorno”.
Dunque per Lopalco bisogna tenere gli alunni a casa “per quanto possibile, salvaguardando i più fragili e con particolari esigenze. Ma è una scelta tristemente necessaria, oltre che impopolare: io ed Emiliano ci saremmo evitati molte critiche e fastidi, per ogni ordinanza finiamo davanti al Tar, le assicuro che non è semplice”.
“Noi abbiamo deciso di dare massima priorità a docenti e operatori scolastici, una platea di 100mila persone: useremo solo per loro il vaccino di AstraZeneca e puntiamo a immunizzarli tutti entro metà marzo. Ci sono anche alcune migliaia di over 65 per i quali dovremo mettere da parte dosi di Pfizer o Moderna. L’obiettivo è garantire la loro protezione, per ragionare poi sul ritorno in classe”.
“Ci sarà una valutazione, anche alla luce delle indicazioni contenute nel prossimo dpcm, a cui potremo fare riferimento. Temo, però, che da qui a due settimane, il 15 marzo, la situazione epidemiologica possa peggiorare molto. Comunque, il rischio che i ragazzi si infettino tra loro, portando poi il virus a casa, resta. A prescindere dalla vaccinazione degli insegnanti. Fosse per me, manterrei la didattica a distanza prevalente fino a fine aprile”.
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