Nella Costituzione americana si legge che “tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità.”
A tal proposito, crediamo che tra i messaggi più rivoluzionari della storia ci sia questo comandamento biblico: “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mc 12,29-31). Cosa c’è di tanto stravolgente?
L’abbiam sentito recitare migliaia di volte, ma forse, distrattamente, non ci siamo mai soffermati ad analizzarlo, o meglio, a focalizzarci sulla seconda parte, poiché, forse, impegnati nel capire il significato di “prossimo”. Invece, a nostro avviso, ciò che è realmente rivoluzionario risiede proprio in questa seconda parte del comandamento: “come te stesso”. Tradotto: ama nella misura in cui ami te stesso. Ma ci siamo mai posti la domanda, forse troppo banale, “io mi amo?”. La risposta sembrerebbe così scontata e quindi non meritevole di alcun quesito o riflessione seria su di essa.
Invece, siamo convinti, che la chiave di tutto, dell’intera esistenza, risieda nell’attuazione di questo amore per se stessi. Facile? Affatto. Difficile. Complesso perché, spesso, confondiamo il concetto di voler bene a noi stessi come forma di egoismo.
In controtendenza troviamo una nazione, la Danimarca, che da anni risulta il Paese, o tra i Paesi, più felici al mondo. Perché questo dato? Probabilmente perché hanno buona parte del loro stile di vita incentrato su quell’ “ama te stesso” nel significato più laico del termine. La cura del sé, del noi, del bello, dell’essenziale sembrano essere gli elementi fondamentali della cultura danese che, ultimamente, è attenzionata da molti studiosi in materia di educazione e di psicologia.
Da queste riflessioni è scaturita l’idea di creare le Scuole della felicità, un progetto scritto dal prof. Mariano Laudisi (docente di Italiano dell’I.C. Virgilio-Salandra in Troia-Fg) che, ad oggi, vede 15 istituzioni scolastiche coinvolte e un centinaio di docenti impegnati (dai micro-nido fino alla secondaria di secondo grado).
Il progetto si basa sulle teorie della Psicologia Positiva e tiene presenti alcuni capisaldi importanti come: non identificare l’alunno con il voto, valorizzarlo per il sol fatto che esiste, non stigmatizzare i suoi errori, dare massimo spazio alle sue emozioni e al suo inconscio.
Per sostanziarlo, si è istituita l’ORA DELLA FELICITA’, un’ora didattica dedicata al benessere dell’alunno in cui egli impara a conoscere meglio se stesso e le proprie emozioni attraverso alcune attività come la meditazione, la mindfulness, la visione di film a tema con discussione e rielaborazione finale, la lettura di brani o di poesie a tema, test sulla felicità, test sul gradimento dei compagni di classe, il diario delle emozioni, gli esercizi fisici atti al rilassamento per abbassare l’aggressività, la pratica del linguaggio positivo, la trasformazione dell’emozione in linguaggio iconico, la scatola della felicità.
Ogni docente che aderisce al progetto, alla fine del suo lavoro con la classe, invia il suo elaborato, declinato in qualsiasi metodo e con la massima libertà espressiva (video, foto, lettera, articolo di giornale, pagina di diario, poesia, ecc…) alla nostra Istituzione scolastica. Questo viene pubblicizzato sulle pagine Facebook e Instagram, create ad hoc per LE SCUOLE DELLA FELICITA’ (Fb: le scuole della felicità; Ig: lescuole_della_felicita), dando rilievo e importanza al docente, alla classe e alla scuola di provenienza.
Il progetto si avvale, inoltre, della preziosa collaborazione di docenti universitari, professori, psicologi, nutrizionisti, sacerdoti, artisti, educatori e terzo settore con i quali si intrattengono discussioni live sul canale YouTube (Le scuole della felicità).