Vorrei rispondere al docente che si chiedeva chi controlla l’orario dei dirigenti scolastici.
Nell’art. 15 CCNL del CCNL 11 aprile 2006 sulla dirigenza scolastica, si sottolinea l’uso del termine “impegno” e non “orario” di lavoro. La locuzione è tipica dei contratti dirigenziali e ha una valenza non nominalistica. Il D.s. infatti è responsabile dei risultati e dell’efficienza della scuola: la presenza in ufficio per un numero predeterminato di ore settimanali non significa di per sé l’assolvimento delle proprie responsabilità. Per questo, pur con riferimento al tradizionale orario delle 36 ore settimanali previsto per l’ex personale direttivo, il dirigente organizza autonomamente e con flessibilità i tempi e i modi della propria attività in rapporto alle esigenze dell’istituzione che dirige e all’espletamento dell’incarico affidatogli. Significa che il dirigente un giorno può lavorare l’intera giornata, compreso il pomeriggio e la sera, e un altro giorno lavorare di meno. Certo ,poi, ci possono essere le mele marce, come in tutte le categorie, dirigenti scolastici cioè che approfittano di questa flessibilità, ma vanno sanzionati denunciandoli al direttore scolastico regionale.
Ma dare un risalto generale a queste notizie che riguardano singoli casi, significa discreditare una categoria intera che non lo merita, per le responsabilità che si prende e per la scarsa retribuzione che gli viene offerta, molto al di sotto di tutti gli altri dirigenti pubblici che hanno le stesse prerogative d’orario.
Eugenio Tipaldi
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